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Il trono di spade di George R.R. Martin. Capitolo 20: Ned

Creato il 18 aprile 2012 da Martinaframmartino

Il trono di spade di George R.R. Martin. Capitolo 20: NedDopo un viaggio più lungo e tormentato del previsto arriviamo da Approdo del Re. Eddard si reca alla sua prima riunione del Concilio Ristretto con abiti non suoi, potremmo dire che è la città stessa a non essere adatta a lui? Se fin dal primo momento ci troviamo in una situazione di disagio e di stanchezza, cosa ci possiamo aspettare per un uomo integerrimo che si reca controvoglia in una località corrotta solo per indagare su un importante mistero e fare giustizia? Io lo so, ovviamente, ma per qualsiasi lettore deve suonare un campanello d’allarme in vista di future difficoltà. Conosciamo Varys, Pycelle e soprattutto Ditocorto. Ned pensa di sapere già chi siano gli adulatori e gli imbecilli fra coloro che sono riuniti a questo tavolo, ma noi come abbiamo potuto dimenticare questo capitolo?

Apprendiamo che Stannis è appena partito, e sui movimenti e le motivazioni di Stannis c’è da riflettere.

Prima decisione di Robert tornato a casa? Indire un grande torneo! Abbiamo già capito l’aria che tira, Bacco, tabacco e Venere sono gli dei di Robert. No, in realtà più che tabacco dovremmo dire battute di caccia, ma il concetto è lo stesso: fare tutto tranne che lavorare. Una cosa che gli riesce particolarmente bene è prosciugare il tesoro del regno. Quando Ned chiede chiarimenti con uno sconvolto “«Stai dicendo che la corona è indebitata di tre milioni di pezzo d’oro?»” lord Baelish specifica “«No, lord Stark: ti sto dicendo che la corona è indebitata per oltre sei milioni di pezzi d’oro»” (pag. 220). Ma Ned non può conoscere l’entità del debito finché non gli viene detta, e con quel “«No, lord Stark: ti sto dicendo che…» sembra che Ditocorto dia dell’idiota a Eddard perché non riesce ad afferrare un concetto tanto semplice. E anche questa è un’altierata, visto che lo scambio di battute originale riporta un semplice ““Are you claiming that the Crown is three million gold pieces in debt?”

“The Crown is more than six million gold pieces in debt, lord Stark.”” Niente irnonia, solo l’enunciazione di un fatto.

Ned, ovviamente, è scioccato dalla cosa. Anche noi, e anche da qualcos’altro. La riunione si conclude, ma chi non ama le descrizioni dei tornei è avvisato: Martin le ama e queste sono le prime avvisaglie.

Ned ripensa all’ultima parte del viaggio, che Sergio Altieri definisce “ultimo tratto” (pag. 221) facendo supporre a chi non ha una cartina che si sia trattato di una distanza breve, mentre Martin aveva parlato di “last fortnight”, le ultime due settimane. Ancora meno simpatica è la perdita di atmosfera determinata dal contrasto fra i comportamenti dei tre membri della famiglia Stark che hanno compiuto quel viaggio. Dopo aver parlato della rabbia di Sansa verso Arya e del cupo isolamento di Arya stessa, chiude con un “Quanto a Eddard Stark, continuava ad avere sinistre visioni dell’inferno congelato al quale erano destinati gli Stark di Grande Inverno” (pag. 221) dimenticando la prima parte di quest’ultima frase. “Sansa cried herself to sleep, Arya brooded silently all day long, and Eddard Stark dreamed of a frozen hell reserved for the Starks of Winterfell”.

Ned non rimane a lungo chiuso nei suoi cupi pensieri, perché Ditocorto interviene a portarlo via, fuori dalla Fortezza rossa. Quando Eddard rileva il fatto il Maestro del conio, sarcastico, dice “«brillante osservazione»” (pag. 222) invece di “You are a hard man to fool”, sei un uomo difficile da imbrogliare. La presa in giro rimane comunque, ma con Martin anche le sfumature sono importanti. In italiano Ditocorto rileva che si tratta di un’osservazione scema, in inglese dice che è difficile imbrogliarlo. Davvero per Ditocorto non è difficile imbrogliare Ned? Ed è importante il fatto che possa riuscire a imbrogliarlo? Al proseguo della storia la risposta (che arriverà senza ombra di dubbio).

Viaggio fino al bordello, che nel romanzo si vede ben poco visto che a Martin non interessa e che invece HBO fa vedere diffusamente a più riprese. Questa è l’unica serie di HBO che io abbia mai visto, ma da quel che ho capito le scene piccanti sono il loro pane quotidiano e appena possono accentuare su quest’aspetto lo fanno. Anche Altieri accentua, e fa dire a Ned “vecchio” (pag. 223) rivolgendosi a un Rodrik Cassel quasi irriconoscibile. Aggiunta tutta italiana, l’Eddard martiniano non è così cafone nemmeno con gli sconosciuti. E se nell’evoluzione degli eventi l’uomo è “sbalordito”, risuona molto più fortemente l’espressione originale, “lost”, perduto. “Ned was lost”, perché quello degli intrighi non è il suo gioco, e spesso lui si perde in questo mondo che non gli appartiene. E continua a ricevere frecciate da Ditocorto, che ironizza sul fatto che riesca almeno a riconoscere Catelyn. Ennesima altierata: in inglese Ditocorto si rivolge direttamente a Ned, seconda persona singolare, in inglese parla in modo generico, terza persona singolare. Da “You recognized her” a “«Meno male» commentò Ditocorto chiudendo la porta. «La riconosce»” (pag. 224).

Catelyn spiega quanto è avvenuto, e i motivi che l’hanno condotta al Sud. Noi non sentiamo le sue spiegazioni, non ne abbiamo bisogno perché conosciamo già gli eventi. Capito, aspiranti romanzieri? Non ripetete tutto ogni volta, diventate noiosi e ripetitivi. Come? Non ci sono aspiranti romanzieri fra i miei lettori? Fa niente, il concetto è importante lo stesso. Mai ripetere quel che è già noto, a meno di avere qualcosa di fondamentale da aggiungere o una prospettiva da cambiare.

Rivediamo Jon che parla di cuccioli destinati ai figli di Ned. Mai scherzare con le profezie, nei romanzi – specie se fantasy – hanno la tendenza ad avverarsi. E quindi, cosa può capitare all’unica Stark senza meta-lupo? Comunque anche Arya ce l’ha lontana, dispersa sul Tridente, perciò anche per lei la vita potrebbe non essere facile.

Ned inizia a ragionare sulle conseguenze di quanto ha appreso, e pensa ai bambini. Robert che parla di assassinare la giovanissima Daenerys, a suo giudizio poco più che una bambina. Il figlio di Rhaegar, e Robert che volta le spalle. Sansa che supplica per una vita, in questo caso quella di un cucciolo. E, poco dopo, il cadavere di un ragazzino, Mycah, e Robert che non parla. Cosa c’entra Lyanna in tutta questa compagnia?

Ned pensa di usare la daga come prova per inchiodare i Lannister, ma Ditocorto gli fa notare che è impossibile perché Tyrion, se accusato, avrebbe certamente affermato di averla perduta. “«E con quella sua testa matta, chi oserà dubitarne?»” scrive Altieri (pag. 226). Ma cosa diavolo vuol dire? Niente, e infatti Martin aveva scritto “with his hirling dead, who is there to give him the lie?”, con il suo sicario morto, chi potrebbe dargli del bugiardo? Ehm…

Visto che non è possibile agire subito in modo aperto, si preparano piani di guerra, Da notare le difese predisposte da Ned, lui ha combattuto in due guerre (quella contro i Targaryen e la ribellione Greyjoy) e quindi ha le idee molto chiare in questo campo.

Fatti tutti i preparativi necessari, non resta che sperare di riuscire a ottenere giustizia.

 

Sotto la foto spoiler pesantissimo da Il grande inverno.

Il trono di spade di George R.R. Martin. Capitolo 20: Ned

Ned pensa di sapere già chi siano gli adulatori e gli imbecilli fra coloro che sono riuniti a questo tavolo, ma noi come abbiamo potuto dimenticare questo capitolo?

Lo so, l’ho già scritto nella parte in chiaro, ma come abbiamo potuto? Io non ho mai dimenticato di rimanere diffidente su Ditocorto, ma l’ho comunque sottovalutato, e non ho diffidato abbastanza. Questo capitolo ci dice chiaramente che lui e Ned si odiano. Si beccano a ogni occasione, anche se Ned non è il tipo da offendere gratuitamente nessuno – ma nel suo caso può fare un’eccezione – e quella serpe non ha certo dimenticato il regalino lasciatogli da Brandon. Ditocorto sta ancora gongolando per la morte dell’erede di Rickard Stark, e a quanto pare non nutre sentimenti migliori nei confronti del fratello. Non che Ned si faccia amare da lui, ma lo capisco.

Da notare che per Ditocorto imbrogliare Ned non è stato poi così difficile. Ned was lost, come ha scritto Martin per ben due volte in questo capitolo. Ned era perso negli intrighi di Approdo del Re, uomo giusto destinato a una drammatica fine. Perché Martin ama così tanto i personaggi tormentati che finiscono male? Gli piace così tanto spezzarmi il cuore?

Quanto a Lyanna… lo scrivo qui, giusto? Siamo nell’ambito delle teorie non confermate, anche se su questa potrei mettere la mano sul fuoco. Visto che è una teoria non è esattamente uno spoiler quanto un’ipotesi, ma vale davvero la pena di cavillare sulle parole?

Jon Snow è figlio di Rhaegar Targaryen e di Lyanna Stark. Per questo Lyanna ha supplicato, per la vita di suo figlio. Lyanna ha pregato Ned di mentire e disonorarsi dicendo di aver generato un bastardo, altrimenti Robert, che odia tutti i Targaryen, avrebbe visto in Jon il figlio di Rhaegar e non quello di Lyanna e lo avrebbe ucciso. Quante altre prove vogliamo? I fatti, se mettiamo assieme tutti gli indizi, sono più che evidenti.

 

Sotto la foto spoiler da Il regno dei lupi.

Il trono di spade di George R.R. Martin. Capitolo 20: Ned

Quali sono le motivazioni di Stannis? Direi che se ne è andato per due motivi, prudenza e ira. Prudenza, perché è stato lui a convincere Jon Arryn che Joffrey, Myrcella e Tommen erano frutto dell’incesto e, con Jon Arryn morto, a suo giudizio avvelenato, ha probabilmente ritenuto di essere il prossimo candidato per un viaggio al cimitero. Ira, perché era convinto, essendo il fratello del re, di avere diritto al posto di Primo Cavaliere. Lui ha il dente avvelenato con Robert e con Ned per questo, e se ci stiamo a pensare alla morte di Robert Ned è titubante a far diventare re Stannis. Alla fine reputa che sia la cosa giusta, visto che per Eddard le leggi sono importanti, ma non è certo entusiasta della decisione che prende. I due non si amano, anche se si reputano giusti a vicenda. Che poi la decisione di Ned conti quanto il due di picche è un altro discorso.

E se per Ditocorto non è stato difficile imbrogliare Ned e farlo finire sul ceppo del boia, più complicato è stato il giochetto di ingannare i Sette Regni con l’assassinio di Jon Arryn, le manipolazioni su Joffrey (ok, quelle non sono state difficili, il bastardino era già sanguinario di suo) e la conquista di un titolo e di una Valle.

A fine capitolo Ned dice che vuole Theon sotto stretta sorveglianza. Robb, non ti sono fischiate le orecchie quando lo hai inviato da suo padre? Il tuo, di padre, non ti ha insegnato nulla? Theon a casa sono guai, poco ma sicuro.

 

Sotto la foto spoiler da I fiumi della guerra.

Il trono di spade di George R.R. Martin. Capitolo 20: Ned

Facciamo un po’ i conti sull’errore di Robb. Theon conquista Grande Inverno, e per difendersi da Rodrik Cassel libera il bastardo di Bolton, uno degli esseri più schifosi presenti in queste pagine. Danno 1. Il bastardo (in tutti i sensi) fa fuori Rodrik, l’esercito Stark e distrugge Grande Inverno. Danno 2. Catelyn crede che i suoi figli siano morti e libera Jaime. Qualcuno potrebbe ritenerlo un atto positivo, e certo ci dona una trama interessante ma, strategicamente parlando, per gli Stark si tratta di un errore enorme. Danno 3. Robb, sconvolto, si fa consolare da Jeyne Westerling, e perde parte del suo esercito. Danno 4. Nozze rosse. Danno 5. Devo aggiungere altro?

Dalla mancata sorveglianza di Theon partono anche due trame, quella di Bran (che con Estate trova anche modo di salvare Jon e la Barriera) e quella di Rickon. Va bene, chi è arrivato solo fin qui ancora non sa dove si trovi il più giovane degli Stark, ma penso ci siamo resi conto tutti che Martin non dimentica mai uno dei suoi personaggi. Magari lo ammazza, ma non lo fa scomparire nel nulla. E Rickon ritornerà. Quando? Come ha detto tante volte Robert Jordan, RAFO. Read and Find Out. (Ma io lo so!).

 

Sotto la foto spoiler da Il portale delle tenebre.

Il trono di spade di George R.R. Martin. Capitolo 20: Ned

Ned pensa di sapere già chi siano gli adulatori e gli imbecilli fra coloro che sono riuniti a questo tavolo, ma noi come abbiamo potuto dimenticare questo capitolo?

Lo so, l’ho già scritto due volte in questo commento, ma come abbiamo potuto? Questo capitolo ci dice chiaramente che Ditocorto e Ned si odiano. Ditocorto sta ancora gongolando per la morte dell’erede di Rickard Stark, e non nutre sentimenti migliori nei confronti del fratello che, alla fin fine, ha fatto quello che non è riuscito a fare Brandon: ha sposato Catelyn, portandogliela via per sempre. Ma se lei rimane vedova può sposarsi una seconda volta, e questo non l’avevamo considerato.

Ditocorto è convinto che Catelyn lo ami, e visto che lui è innamorato c’è una sola cosa che gli rimane da fare: far fuori il rivale. Ne ho già parlato in precedenza, commentando altri capitoli, è inutile che io mi ripeta. Però qui è evidente che Petyr Baelysh non sopporta colui che in quel momento è il Primo Cavaliere del Re, perciò avremmo dovuto interrogarci subito sulle sue motivazioni nascoste.

 

Sotto la foto spoiler da I guerrieri del ghiaccio.

Parlando di Aegon Ned ricorda la sua testa, “ridotta a una massa rossastra” (pag. 225). Se qualcuno voleva giocare allo scambio di neonato per salvare il vero Aegon Targaryen, di fatto non c’era molto che gli altri potessero riconoscere dopo il passaggio della Montagna che cavalca. Aegon, quello del quinto (o decimo, dipende da come volete fare i conti) volume potrebbe anche essere quello vero e il cadavere quello di un bambino qualsiasi.



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