Inizia nel modo più tranquillo del mondo, direi in modo quasi noioso se non fosse che George R.R. Martin non mi annoia mai, il capitolo che dona una svolta al Trono di spade e alle Cronache del ghiaccio e del fuoco
In fondo fino a ora cosa era successo? Avevamo avuto nel prologo non-morti ed estranei, ma non se n’è accorto nessuno visto che due dei tre testimoni sono morti (più o meno, uno non è esattamente morto) sul posto e l’unico sopravvissuto è impazzito ed è stato decapitato senza essere riuscito a spiegare a nessuno la gravità della situazione. E poi accenni alla ribellione Baratheon di 15 anni prima, alla rivolta Greyjoy di 9 anni prima, riferimenti oscuri che si capiscono solo con il tempo e le riletture, le accuse di Lysa a Cersei, rigorosamente sottovoce, un bambino scaraventato giù da una torre che non ricorda nulla e che quindi per ora non influisce direttamente sullo svolgersi degli eventi, Benjen Stark scomparso e i bisbigli di Ditocorto. Tutto fatto sottovoce, di nascosto, o, dove fatto apertamente, troppo poco rilevante per condizionare la trama. Adesso però Catelyn giunge a un incontro fatale, anche se prima facciamo in tempo ad ammirare un bel po’ di imprese araldiche (mai dimenticarle! Vengono cantate anche in George R.R. Martin Write Like the Wind), fra tutti faccio notare lady Whent di Harrenhall e l’irascibile lord Frey, perché quando li ritroveremo, o ritroveremo le loro tracce, non saranno figure create per l’occasione. Spesso i nomi arrivano prima e i personaggi poi, a volte quando già abbiamo un’idea preconcetta ed è difficile liberarcene, e abbiamo un rapido ripasso della geografia locale.
In più ci sono le altierate, mai dimenticarle, perché secondo Sergio Altieri Jon Arryn è stato “il più grande di tutti i lord” (pag.317) della sua casata, esaltandolo un po’ troppo o forse sminuendo gli altri visto che lui è stato “as great a lord as any the Eyrie had ever known”, quindi è stato grande, sì, ma quanto i suoi predecessori. In più quando ser Rodrik pasticcia nel modo di rivolgersi a Catelyn non “s’interruppe con una risata, rendendosi conto di esserci cascato” (pag. 319). No, “it was only when she laughed that he realized what he’d done”. Lui non casca in nulla, semplicemente quando Catelyn scoppia a ridere si rende conto della gaffe che ha appena fatto. Non solo. Altieri, sanguigno, ci spiega che Edmure (altro nome da ricordare, ovvio) “avrebbe volentieri dato fuoco” (pag. 321) a tutti gli arpisti dei Sette Regni mentre in realtà si limita a odiarli, “he had hated”. Ma ce lo vediamo Edmure Tully capace di gesti estremi come dar fuoco a un arpista? Nemmeno nei suoi sogni.
Poco prima avevamo ritrovato un’altierata di vecchia data, quando Catelyn dice di aver “lasciato Approdo del Re una settimana fa” (pag. 320). Peccato che la partenza sia avvenuta due settimane prima, “a fortnight”. A pagina 221 Martin ci aveva già spiegato che ci vogliono due settimane per viaggiare fra Incollatura e Approdo del Re, anche se Altieri aveva parlato genericamente di “ultimo tratto” del viaggio. Qui smette di essere generico e riduce il tempo della metà, compiendo un errore gravissimo. Gli spostamenti sono molto numerosi, e a volte il tempismo è fondamentale. Io non sono mai stata tipo da contare i giorni di viaggio su una cartina, anche se seguo sempre gli itinerari, ma se qualcuno volesse farlo si troverebbe di fronte tempi che non coincidono. Battaglie che non potrebbero essere combattute perché gli eserciti non arriverebbero in tempo o, al contrario, eserciti che avrebbero tutto il tempo di scegliere il terreno di battaglia, personaggi che vagherebbero troppo a lungo senza motivo… No, non vanno modificati i tempi di viaggio, e se un traduttore lo fa compie un errore terribile. E chi dovrebbe revisionare dovrebbe fare più attenzione. Io non leggo le due versioni, italiana e inglese, in parallelo riga per riga. Leggo prima un capitolo in italiano e poi lo rileggo in inglese, e se una frase non mi torna vado a verificare con precisione. Ci vuole tempo, ma un revisore non dovrebbe fare anche queste cose?
Al di là di tutto questo, Tyrion arriva alla locanda, riconosce Catelyn e viene catturato. La scena di Peter Dinklage improvvisamente circondato dalle spade nella serie televisiva Il trono di spade è bellissima. Però questo può essere interpretato come un atto di guerra, visto che Catelyn non ha uno straccio di prova. Come reagiranno i Lannister a quest’affronto?
Sotto la foto spoiler da Il grande inverno
A conti fatti “una guerra doveva essere evitata, concluse Catelyn. A ogni costo” (pag. 318). L’ironia è che proprio quel che compirà Catelyn di lì a sei pagine sarà l’evento che farà scoppiare la guerra. Sarebbe successo lo stesso, con Ned che aveva scoperto l’incesto Cersei avrebbe comunque dovuto agire, ma se Eddard non avesse avuto la gamba spezzata per colpa di quel cavallo e dell’agguato di Jaime, agguato che è proprio una diretta conseguenza della cattura di Tyrion, cosa sarebbe potuto accadere invece?