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Il trono di spade di George R.R. Martin. Capitolo 31: Tyrion

Creato il 19 settembre 2012 da Martinaframmartino

Come ho già detto, tutti i personaggi di George R.R. Martin prima o poi mentono. Tutti trovano un buon motivo per farlo, anche se poi magari le cose non vanno esattamente come pensavano loro.

Qualche capitolo fa Catelyn ha mentito, e ha detto che si sarebbero recati a Grande Inverno, ora scopriamo che era un depistaggio. Astuta la lady, anche se visto che Tyrion è simpatico non siamo proprio felici della situazione. E se in un’epoca similmedievale come questa le donne avevano poco margine di manovra ed erano soggette al volere degli uomini, la moglie di Ned Stark si trova spesso a dover prendere in prima persona decisioni importanti e improvvise.

Rivediamo la scena, quando Catelyn aveva gioito per le lame che venivano sguainate, e mi rendo conto che mi ero persa un’altierata: secondo Sergio Altieri si era trattato di “non meno di trenta lame d’acciaio” (pag. 324), e noi pensiamo che Catelyn abbia tutta la locanda al suo servizio, ma in realtà si tratta solo di “a dozen swords”, una dozzina, meno della metà. Va bene che fa scena avere tutti questi baldi cavalieri al servizio della loro signora, ma la realtà è molto più complicata. Fra l’altro i Frey, quelli che avevano fatto preoccupare Cat, si sono guardati bene dall’intervenire.

E, tanto per gradire, abbiamo pure un riassunto dei pensieri di Tyrion. La versione italiana riporta “«Mio padre si chiederà che ne è stato di me» aveva continuato Tyrion. «E lord Tywin sarà molto generoso con chiunque vorrà portargli la notizia di quanto è accaduto qui, oggi.»” (pag. 359-360).

Ora, a parte il fatto che a Tywin importi ben poco del figlio, perché avrebbe dovuto preoccuparsi? Se ne era andato di sua volontà, e per quel che ne sapeva lui non correva alcun pericolo. A meno che non accada qualcosa capace di destare la sua attenzione. Come ha scritto Martin, ““My father will wonder what has become of me,” he added, catching the eye of the swordsman who’d offered to yield up his room. “He’ll pay a handsome reward to any man who brings him word of what happened here today.”

Tyrion, incrociando deliberatamente al momento giusto lo sguardo con uno pronto a cogliere ogni occasione per guadagnare qualche moneta, non è certo rimasto passivo durante la cattura. Che poi Catelyn lo abbia giocato è un altro discorso, lui comunque ha fatto ciò che poteva per assicurarsi che suo padre venisse informato il più in fretta possibile dell’accaduto.

Il viaggio, come ogni viaggio fantasy che si rispetti, è tutt’altro che facile. Intemperie e banditi sono fra i problemi più comuni, insieme ai seguaci dell’Oscuro Signore. Qui l’Oscuro Signore non c’è quindi dobbiamo accontentarci dei banditi, e già loro bastano a far preoccupare tutti.

Prima della loro comparsa inizia una simpatica conversazione a proposito di una certa daga, e qui Tyrion segna due punti a suo favore. Come nota il Folletto, solo un’idiota metterebbe un’arma che gli appartiene – e che può essere facilmente riconosciuta, aggiungo io – nelle mani di un assassino. In più, dà del bugiardo a Ditocorto.

All’inizio fra Ned e Ditocorto c’è tensione, ricordiamoci le frecciate fra di loro, che rievocano ancora lo spettro di Brandon Stark, quando Ned è appena arrivato ad Approdo del Re. Poi Catelyn è intervenuta per fare la paciera fra i due, e qui rivediamo un amore giovanile di Petyr finito in tragedia. Cat ci aveva già spiegato cos’era successo a pagina 190, qui abbiamo qualche altro ricordo. Però Altieri dovrebbe fare più attenzione a quel che traduce, e soprattutto non perdersi frasi per strada anche se gli sembrano ridondanti, perché insieme a loro può far perdere una battuta. Quando Catelyn spiega che “la sua passione per me fu una tragedia per tutti noi, ma era qualcosa di vero, di puro, che non si deve deridere. Questa è l’unica verità” (pag. 364), ma in inglese è molto più precisa: “His passion was a tragedy for all of us, but it was real, and pure, and nothing to be made mock of it. He wanted my hand. That is the truth of the matter”. Secondo lei lui voleva la sua mano, e questa frase giustifica la successiva battuta di Tyrion quando dice che “non è della tua mano che lui si vanta, è del tuo seno rigoglioso” e via dicendo. Ditocorto, secondo Tyrion, non si vanta di averla voluta sposare, ma di aver fatto sesso con lei.

Peccato che gli assalitori siano piombati fra capo e collo al gruppo per interrompere la simpatica conversazione. Nello scontro Tyrion usa per la prima volta l’ascia, e i nani con l’ascia fanno pensare a un bel po’ di opere fantasy. Il cliché c’è, ma la situazione è talmente diversa da quella classica che non lo percepisce più nessuno.

Finita la scaramuccia Bronn ruba un paio di stivali (pag. 369), ma Altieri si dimentica di dirci che “showed the boots into his saddlebag”. Bronn non ruba gli stivali perché sono migliori dei suoi e li vuole per sé, li ruba per metterli da parte, probabilmente con l’intenzione di venderli. Da vero mercenario cerca ogni occasione di guadagno, e Tyrion lo nota. E quando, subito dopo, i mercenari scoppiano a ridere, Tyrion non pensa “c’è sempre una prima volta” (pag. 369), facendoci chiedere se si riferisce al primo conflitto armato o alla prima donna, ma “There’s a start”. È un inizio, e per lui lo è davvero, visto che vuole spostare l’equilibrio delle forze in vista di una possibile fuga. Far ridere il tuo carceriere può essere un modo per portarlo dalla tua parte, comunque è un inizio. C’è qualche altra altierata minore, ma davvero non ho tempo per tutto. Segnalo solo che nel giro di un capitolo per Tyrion la situazione è sensibilmente migliorata, e che chiude con un’affermazione inoppugnabile: lui non scommette mai contro la sua famiglia. Per questo al capitolo precedente Renly era dispiaciuto per l’assenza di Tyrion: sapeva che il Folletto avrebbe scommesso su Jaime nel torneo e che di conseguenza avrebbe perso la posta visto Renly aveva scommesso sul Mastino. Se Renly è così sicuro che avrebbe vinto significa che è risaputo che Tyrion non scommette contro la sua famiglia, che ha detto la verità a che quindi quando lo ha accusato Ditocorto ha mentito. Perché?



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