Ho deciso di rileggere Le cronache del ghiaccio e del fuoco di George R.R. Martin. Potremmo dire che sono monomaniaca, se non fosse che dedico la stessa attenzione alla Ruota del Tempo di Robert Jordan, e che sono molti altri i libri che mi appassionano e ai quali dedico ben più di una lettura occasionale. In questi mesi ho letto con molto divertimento i commenti di Leigh Butler, che ha letto A Game of Thrones per la prima volta a partire dal mese di marzo e ha condiviso le sue impressioni con i lettori del blog della casa editrice Tor Books: http://www.tor.com/features/series/a-read-of-ice-and-fire. Su alcune cose Leigh era completamente fuori strada, altre, con mia grande sorpresa, le ha capite con notevole anticipo.
Io non sono la Butler, ma ho deciso di provare a postare anch’io qualche commento relativo alla mia rilettura. Comincio con le impressioni di altri, quasi tutte prese fra quelle di coloro che non hanno apprezzato la lettura del Trono di spade e che gli hanno assegnato 1/5 o al massimo 2/5 come voto. I commenti sono presi da ibs: http://www.ibs.it/code/9788804494065/martin-george-r–/trono-spade-cronache.html
“(…) Io,che non sono amante delle cronache,devo ricredermi questa volta… (…)” Vale, 28-10-11.
Voto positivo, 4/5, ma frase assolutamente fuori luogo se riferita alle intenzioni di Martin. Cosa vuol dire che la lettrice non ama “le cronache”? Si riferisce a saggi di storia o a cos’altro? Questo è un romanzo, e il fatto che la saga in Italia sia nota come Le cronache del ghiaccio e del fuoco è puramente casuale, visto che il titolo originale è A Song of Ice and Fire, Un canto di ghiaccio e di fuoco. Canto, epica, e non pura e piatta descrizione.
Non sto criticando Vale, che ha commentato evidentemente il titolo che conosce, sto sottolineando come a volte etichette esterne, che nulla hanno a che vedere con l’opera e con le intenzioni dell’autore, possano a volte influenzare in modo significativo le nostre percezioni. Fra l’altro l’articolo scelto da Martin è indeterminativo, A, e non determinativo, The, e anche questo trasporta il lettore nell’atmosfera del mito e dell’epica più che in quella della storia.
“veramente brutto e noioso, ho mollato a pagina 100, di fantasy c’è poco o niente, deludente” Fabio De Fanis, 15-02-11.
Che lui si sia annoiato mi sta bene, ciascuno ha i suoi gusti. Mi stupisce però che non veda elementi fantasy. Martin li ha dosati con accuratezza, e chi ha letto le interviste sa il perché, senza considerare che nel tempo questi elementi crescono e credo che nessuno da un certo punto in poi faccia più fatica a vederli. Però, anche con cento pagine, ce ne sono.
Nel prologo compaiono gli Estranei, più fantasy di loro non so cosa il lettore possa volere. Ser Waymar Royce viene ammazzato e misteriosamente torna in vita, e se non sbaglio questo nella nostra realtà non può accadere. I draghi sono esistiti in un passato non troppo lontano, circa 150 anni, e se in un fantasy si parla di draghi estinti in tempi recenti si può star sicuri che prima o poi torneranno fuori. È un po’ come costruire una muraglia enorme come la Barriera e poi non utilizzarla. È evidente fin dal prologo che a Nord c’è qualcosa di oscuro e pericoloso, basta dar tempo alla storia perché venga fuori. E i meta-lupi non sarebbero presentati così nel primo capitolo se non finissero per rivelarsi anche loro qualcosa di più di lupi taglia extra.
La copertina del paperback con l'elogio di Robert Jordan
“Altro che fantasy! Sembra una soap, della peggior specie, con quella crudeltà che per gli americani fa tanto medioevo. Non mancano incesti, storie strappalacrime, scene prive di qualsiasi gusto. E, soprattutto, non ha nulla di fantasy, se non un’ambientazione vagamente medievale. Troppi personaggi, troppi intrighi, troppi cambi di scena e troppi finti misteri facilmente prevedibili. Meglio impiegare in altro il proprio tempo!” Paola, 17-01-11.
Idem come sopra, davvero non c’è fantasy? Aggiungo solo che se i finti misteri sono facilmente prevedibili o Paola è un genio ed è riuscita a capire di primo acchito cose su cui io e decine di migliaia di altre persone stiamo rimuginando da anni oppure che forse glie n’è sfuggito qualcuno.
“(…)se questo primo capitolo non lo si può definire un fantasy vero e proprio (elfi, nani, orchi, e chi più ne ha più ne metta, secondo me, non dovrebbero mai mancare) (…) Francesco, 18-01-10
Francesco dà un voto un po’ più alto, 3/5, ma anche qui c’è qualcosa che mi lascia perplessa. Perché non dovrebbero mancare elfi, nani, orchi e quant’altro? Solo perché li ha inseriti Tolkien nelle sue opere? Anche nella Ruota del Tempo di Jordan non ce ne sono, eppure non credo ci siano dubbi sul fatto che sia un fantasy. In alcuni romanzi di Darkover di Marion Zimmer Bradley compaiono i chieri, che potremmo assimilare agli elfi, ma il resto non c’è. E anche Gemmell scriveva storie fantasy stupende senza queste creature. In alcuni casi ha inserito gli ibridi, esseri creati artificialmente con modificazioni a livello genetico operate dagli esseri umani, cosa fatta anche da Jordan con i Trolloc, ma non sempre. Il fantasy non è dato solo dalla presenza di creature non umane. Possono esserci, ma non è obbligatorio. In più, lo ripeto, gli Estranei si vedono nel prologo ed è evidente che loro non sono umani.
La copertina dell'edizione croata
“Senza parole,un libro che è un insulto inserire tra i fantasy. Un misto prolisso e ingarbugliato tra una soap-opera di basso livello e un libro della collana harmony.” Favr, 21-01-09.
Idem come sopra, con un solo appunto. A me non piacciono gli Harmony, ma non vedo perché disprezzarli così. Ciascuno ha i suoi gusti, che possono essere anche molto diversi dai nostri ma non necessariamente peggiori. Se siamo stufi di essere guardati dall’alto in basso da chi legge scrittori contemporanei non di genere fantasy, dovremmo essere noi i primi a rispettare gli altri.
E non capisco bene perché la storia sia ingarbugliata. I personaggi sono ben caratterizzati, si riconoscono senza alcun problema e la trama, per quanto articolata, si segue facilmente, almeno sugli eventi contemporanei che non nascondono doppi giochi. Dove c’è il doppio gioco, o un mistero del passato, è un altro discorso, ma questo non intacca minimamente la capacità della trama di trasportare avanti il lettore.
La copertina dell'edizione giapponese
“Partendo dal presupposto che di libri fantasy ne ho letti parecchi, ho trovato “Il trono di spade” un pessimo inizio saga..I personaggi vengono presentati tutti insieme e, il lettore, fatica un pò a tenere a mente le varie casate e i vari cognomi. In più non ci trovo niente di fantasy tranne l’ambientazione, il resto è una soap-opera ( come dice Andrea) moderna… Non vedo neppure perchè George si ostini tanto a descrivere le scene amorose….per dare più realtà alla storia??? Ma per favore!!!! Fortuna che con gli altri libri la saga diventa più avvincente ma come inizio è pessimo..” HHH, 30-11-07.
I personaggi sono tanti? Sì, lo riconosco. Nei primi capitoli consultavo anch’io l’indice dei nomi. Ma solo nei primi capitoli, poi sono andata avanti spedita perché in poco tempo tutti i personaggi diventano facilmente riconoscibili. In definitiva quelli da tenere a mente all’inizio sono giusto i membri delle case Stark, Lannister e del re, non tantissimi. Il resto viene man mano.
E niente fantasy tranne l’ambientazione cosa vorrebbe dire? Il genere fantasy è definito dall’ambientazione. Poi sono personaggi a portare avanti le storie, ma non mi pare che l’ambientazione sia un dettaglio trascurabile.
Inoltre, come ha ricordato George, una storia non è solo trama, altrimenti basterebbe leggere il riassunto e non solo il libro. E sì, le scene d’amore o di sesso sono importanti, ci sono tante cose che accadono in quelle pagine oltre al puro fatto fisico. Emozioni, legami, intrighi, basta leggere tutto e non fermarsi al semplice gesto compiuto in quel momento dai personaggi.
La copertina dell'edizione spagnola
“Dopo anni e anni di letteratura fantasy, questa saga mi mancava, pensavo di essere stato sfortunato a lasciarmela scappare… Devo ammettere invece di essere rimasto profondamente deluso, è una semplice rappresentazione medievale di una frivola soap opera moderna, trama quasi inesistente condita solo da intrighi, una marea di personaggi tutti fini a se stessi senza una vera conclusione alla fine del libro. Lo sconsiglio vivamente, ci sono decine e forse centinaia di autori fantasy nettamente più bravi e coinvolgenti, cercate altro credetemi.” Andrea, 06-05-07.
Ecco ancora un problema legato all’edizione italiana. La fine non c’è perché questo è solo mezzo romanzo. Per avere una conclusione bisogna leggere anche Il grande inverno. Però se la trama è quasi inesistente mi chiedo cosa voglia Andrea. Gli intrighi non sono un elemento della trama? Ci sono preparativi per una guerra, tentati omicidi, catture, agguati, e nella seconda parte del romanzo, che però non è compresa in questo volume, c’è molto di più. Però bisogna andare avanti per scoprirlo, e chi pensa che questo sia un romanzo e non mezzo non se ne può rendere conto. Secondo me c’è molto anche qui, io ho amato Il trono di spade fin dalle prime righe e sono stata definitivamente catturata dal secondo capitolo dedicato a Bran e dalle azioni che si compiono per amore, ma quest’edizione non aiuta.
Decine e forse centinaia di autori più bravi di Martin? Io dubito che si contino sulle punta delle dita di una mano, ma sono senza dubbio di parte. Ma centinaia? Mi piacerebbe tanto conoscere i loro nomi. Abbiamo una trama lunga e complessa, una moltitudine di personaggi tutti ben caratterizzati, con le loro motivazioni, che a noi possono piacere o no ma che per loro sono valide, i loro obiettivi e le loro caratteristiche, e spesso non è facile capire se fanno parte dei buoni o dei cattivi, o anche se ci siano buoni e cattivi, abbiamo un’ambientazione più vasta di un intero continente, con usi e costumi differenti a seconda della zona, svariati elementi magici, Estranei, draghi e una magia che funziona, diverse religioni, intrighi politici in abbondanza, doppi giochi, tradimenti, guerre descritte in vario modo, una storia che man mano svela nuovi misteri del passato e continui accenni a cosa potrà avvenire in futuro, ma fatti in modo tale che spesso si riconoscono come profezie solo quando il fatto si è compiuto, una scrittura incisiva che si legge con facilità e che trasporta il lettore avanti in pochissimo tempo. Vorrei proprio conoscerli quei centinaia di autori più bravi. Leggo fantasy da ventiquattro anni, e ho letto centinaia di libri fantasy, ma evidentemente me ne sono perso qualcuno.
La copertina dell'edizione francese
“Fantasy? per me un libro fantasy è altro. Questo di fantasy ha solo l’ambientazione e il tempo passato. Per il resto è un romanzo rosa. Si parte presentando una moltitudine di personaggi a cui è difficile stare dietro e subito iniziano gli intrighi e i dispetti degni di una telenovela. Tra l’altro l’autore ci descrive dettagliatamente i rapporti sessuali e non capisco che bisogno ci sia. Capisco che il libro a qualcuno possa piacere ma cataloghiamolo come fantasy!!” Peter, 01-03-07.
Idem come sopra, penso sia inutile ripetermi. Un solo dubbio: da quando in qua nei romanzi rosa i protagonisti muoiono come mosche?
La copertina dell'edizione estone
“Intrighi, intrighi, intrighi… appunto! Una trama è chiedere troppo, vero? Sono dovuta arrivare a 3\4 del libro per capire qual era lo scopo di tutta la storia e ancora non ne sono del tutto sicura. Senza contare poi che l’unica idea che a me sembrava valesse la pena di leggere era quella degli Estranei, argomento che, apparte il primo capitolo, nn è stato nemmeno toccato! Non posso certo negare che l’autore abbia talento, infatti ho letto il libro fino in fondo, ma è del tutto sprecato per una storia che finisce per ammassare una lunga serie di personaggi in intrecci dal ritmo angosciante ed esasperante in cui nessuno si può fidare di nessuno. Per questo mi sembra impensabile il paragone con Brooks, autore di libri dalla trama anche fin troppo chiara e semplice, ma almeno più sostenibile. Azzeccatissimo invece il paragone con Beautiful, visto che in “Il trono di spade” nn vedo altro che una raccolta di pettegolezzi da parrucchiere e di improbabili intrecci familiari fine a se stessi. Lo consiglio quindi solo a chiunque sia un appassionato di soap e di pettegolezzi,agli altri consiglio invece una più salutare passeggiata.” Mawi, 02-07-06.
Nulla da ridire sulle passeggiate, che piacciono pure a me, ma non mi sembra che qui ci siano solo pettegolezzi da parrucchiere. Voglio sperare che Mawi non sia del tutto sicura di aver capito lo scopo della storia, ci sono cose che non sono chiare neppure dopo anni e dopo diverse riletture, e questo è uno degli elementi che arricchiscono la saga. Se vuole il riassunto, anche se non credo che Mawi leggerà mai le mie parole, ci sono due problemi principali. Robert Baratheon è un sovrano inetto dal trono incerto, visto che non si può fidare della sua stessa moglie e che gli ultimi membri viventi della precedente dinastia regnante, che lui ha spodestato, vogliono tornare sul trono. Al suo fianco c’è il suo amico Eddard Stark, coraggioso, onesto e leale, ma basterà? Il secondo sono gli Estranei, che si trovano all’estremo Nord, oltre la Barriera. Per ora se ne parla poco, se gli Estranei arrivano troppo presto fanno a fettine tutti quelli che stanno sotto e la storia va a quel paese. Diamo tempo alla trama, di loro si saprà di più in futuro, mentre molti personaggi vedranno la loro sorte mutare in bene o in male. Che non ci si possa fidare di nessuno è un fatto, e proprio quest’incertezza rende la storia più interessante, e anche il paragone con Terry Brooks effettivamente non regge. Brooks è leggibile, ci si può divertire, ma le sue storie sono molto più superficiali, non hanno la ricchezza di questa saga. Non ho mai visto Beautiful, ma ho il vago sospetto che quella storia sia molto meno cruenta, e che ci siano molti meno pericoli, quindi mi sa che anche quel paragone non regga.
E se l’unica idea valida è quella degli Estranei, mi domando come facciano a reggersi in piedi i romanzi che non hanno creature di questo tipo. Gli Estranei sono uno dei tanti elementi della storia, non certo l’unico. Un morto rimane tale indipendentemente dal fatto che lo abbia ammazzato un estraneo o una spada, e il vero motore della vicenda sono le sorti dei personaggi. Se non ci si preoccupa per il loro destino è inutile andare avanti, ma se interessa sapere se vivono o muoiono, e come vengono modificati dalla guerra, cambia poco che la loro sorte sia determinata da creature ritenute leggende o da uomini armati e animati da pessime intenzioni.
La copertina dell'edizione tedesca
“Fu il primo libro del “pettegolezzo fantasy” in cui mi sono imbattuto molto tempo fa, e immancabilmente non sono riuscito a superare metà delle sue pagine. Premetto che è un sotto genere che amo poco, ma molto poco, perchè immette una fiumana di personaggi colossale e li riprende quando fanno comodo al continuo della storia.. è come se l’autore ci dicesse a ogni nuovo paragrafo “psst la vuoi sapere l’ultima su tizio dopo che lo abbiamo lasciato in naftalina una cinquantina di pagine fa?”… Purtroppo, da allora, questo genere è fiorito e prosperato, perchè permette di scrivere una storia nel modo piu comodo possibile, puntando tutto su una trama che tira fuori e ripone a turno i vari personaggi dall’armadio. Questo libro e la sua saga (se segue il filone che ho intuito e che hanno lasciato intuire i commenti) non è da meno, anche se forse dietro ci sta un bravo scrittore amato per le sue buone qualità. E’ forse piu una critica al sottogenere che allo scrittore, che tra l’altro da quel poco che ho letto non mi dispiace e per questo ho dato un punto in piu di quello che di solito per me (opinione personale) è un qualcosa che non vale la pena di leggere (salvo rare eccezioni come Erikson e Marco, autori che hanno fatto proprio il sottogenere e che non si sono “immedesimati” in un ramo non loro. Martin mi sa di un scrittore molto piu votato a Brooks e allo stile del suo sottogenere). Dateci una bella storia con pochi personaggi ma approfonditi come se fossero vecchi amici che incontriamo al bar, un bel viaggio che ha un’inizio e una fine (eh si, il tema del viaggio nel fantastico è un qualcosa che non si puo accantonare come puo sembrare a questo tipo di fantasy) in un ambientazione fantastica e coroniamo tutto con una bella trama: ecco, non crediamo di chiedere troppo, no?” Mayco, 02-05-06.
Martin segue le vicende di molti personaggi, per forza non può parlare di tutti contemporaneamente. La storia però procede in modo regolare, e lo scrittore non si dimentica di nessuno. Più avanti, quando la trama sarà molto più vasta, George farà fatica a coordinare tutte le vicende, ma nel primo volume il problema non si pone. I personaggi sono approfonditi, se per Mayco sono troppi è solo lui che ha bisogno di storie dal respiro meno ampio, non un limite della storia in sé. Però non sono tirati fuori a caso, ma quando sono funzionali alla trama.
Il commento risale al 2006, e anche se Mayco non poteva sapere che Martin avrebbe impiegato ben sei anni per scrivere A Dance with Dragons, ne erano già trascorsi cinque fra A Storm of Swords e A Feast for Crows. Significa che forse scrivere per punti di vista non è tanto semplice, e che questo non è un escamotage di Martin per fare meno fatica.
Quanto al viaggio, all’inizio si può parlare di una trama di questo tipo solo per Daenerys, ma sono diversi altri i personaggi che compiranno viaggi pericolosi in località esotiche. E se gli altri viaggi arriveranno nei volumi successivi, la trama di Dany comincia proprio nel Trono di spade.
La copertina dell'edizione cinese
“Il libro piu’ noioso che abbia mai letto in tutta la mia vita. Uno spreco di carta senza pari! E questa sarebbe arte? Letteratura? Braccia rubate all’agricoltura altro che! Leggetevi un harmony : ci saranno meno inciuci.” Pino74, 08-07-04.
Gli sprechi di carta sono altri, come altre sono le braccia rubate all’agricoltura. Davvero è solo un inutile pettegolezzo sapere chi sono in realtà i genitori di determinati personaggi? Tutti i pettegolezzi sono relativi a linee dinastiche, tradimenti, alleanze nascoste, e su queste cose si basano le guerre. Le guerre non vengono fatte perché qualcuno si annoia e decide che una battaglia è il modo migliore per passare un po’ di tempo. Vengono fatte per il potere, la ricchezza, ma anche per l’odio, il tradimento, o la fedeltà a un principio o a una determinata persona. E conoscere queste cose è fondamentale per capire le motivazioni delle varie azioni.
La copertina dell'edizione bulgara
“Senza Parole…”, Neo 26-07-03.
Anch’io. E questo cosa vorrebbe dire?
La copertina dell'edizione portoghese
Dopo la carrellata di stroncature segnalo solo che con 99 recensioni il voto complessivo è 4,14/5, quindi molto alto.
Chi non ama la saga trova eccessive e inutili le scene di sesso e gli intrighi. Va bene, ne prendo atto. Sono parte integrante della vicenda, per questo i romanzi non sono adatti a un pubblico troppo giovane. Vanno bene per lettori maturi, che non si facciano impressionare da determinate scene (ma in realtà c’è comunque un limite, io con l’horror sto male e quindi non lo leggo, qui non sono scene gratuite e non sono mai troppo forti) e che siano in grado di seguire gli intrighi di una trama complicatissima.
Nell’estate del 2010 io e i colleghi di FantasyMagazine abbiamo pubblicato il primo numero di una rivista cartacea, Effemme. Lo speciale di quel primo numero era dedicato a George R.R. Martin, e per meglio lanciare la rivista io ho scritto un articolo dedicato al prologo e al primo capitolo del Trono di spade. Quest’anno ho riportato quell’articolo sul blog. Se vi interessa lo potete trovare qui: http://librolandia.wordpress.com/2011/03/04/george-r-r-martin-e-le-cronache-del-ghiaccio-e-del-fuoco/
La copertina dell'edizione coreana