Non me lo aspettavo: il primo libro delle Cronache del ghiaccio e del fuoco, meglio conosciute come Il trono di spade (titolo del libro primo tradotto in italiano e non dell'intera saga) mi sta davvero piacendo. Non solo. Intravedo la concreta possibilità di poterlo utilizzare nei miei progetti di biblioterapia. Non sarà semplice data la mole dell'opera: cinque libri con un migliaio di pagine circa in ognuno e altri due (o tre?) previsti, ma ancora in attesa di essere creati. Per questo nelle prossime settimane pubblicherò alcuni post dedicati alle mie riflessioni sulla lettura che porterò avanti, una condivisione che spero mi aiuterà a capire meglio l'opera, accettando ben volentieri il contributo di coloro che già hanno letto i libri di Martin e desiderano lasciare la loro opinione nei commenti.
Oltrepassata la soglia delle duecento pagine, credo di poter fare un primo bilancio. La prima riflessione riguarda la presenza di personaggi giovani e diversificati. Questi adolescenti, appartenenti a famiglie reali, attirano una buona dose di empatia. In questo momento sono concentrato sui fratelli Stark, con una particolare simpatia per Jon Snow, figlio illegittimo, amato da quasi tutti i suoi fratelli, molto meno dalla moglie di suo padre. Quest'ultima, nella mia lettura, non è ancora ben delineata: quanto c'è di buono e quanto di ambiguo? La scrittura è molto semplice, permette di proseguire velocemente. Confesso una certa difficoltà nel memorizzare i nomi e a spostarmi da un gruppo di protagonisti all'altro. I capitoli sono divisi a seconda del personaggio che viene descritto. Questo facilita la contestualizzazione. Certo è che questi idiomi per me strani non aiutano. Ma la strada è ancora lunga e aspetto il soccorso della memoria che si rafforzerà con la lettura. Intanto mi godo l'atmosfera medievale, l'affezione ai personaggi e la ricerca di quello che diventerà il mio preferito.