Quando hanno realizzato l’adattamento di A Game of Thrones (Il trono di spade e Il grande inverno) per la televisione David Benioff e D.B. Weiss si sono occupati di un singolo romanzo. All’epoca non potevano sapere se la risposta del pubblico a una saga fantasy come Le cronache del ghiaccio e del fuoco di George R.R. Martin sarebbe stata positiva o meno, perciò hanno realizzato qualcosa che fosse compiuto in sé. Dati alla mano — numero di spettatori elevato e sempre crescente, consenso della critica, vendita dei DVD e dei romanzi dai quali la serie è tratta — il problema non si è più presentato. Il trono di spade si è rivelato un tale successo da essere diventato un punto di riferimento per le opere contemporanee e probabilmente anche per un buon numero di opere future.
Spariti i vincoli legati a una possibile cancellazione della serie, i due produttori hanno potuto lavorare liberamente a un progetto più vasto. La seconda stagione del Trono di spade è basata su A Clash of Kings (Il regno dei lupi e La regina dei draghi) in modo molto più libero di quanto non fosse avvenuto l’anno prima. La conclusione dell’ultimo episodio è un sintomo di quanto le varie stagioni siano percepite dai produttori come qualcosa di unitario. Quelle che per lo spettatore sono le ultime immagini, destinate a rimanere nella memoria per mesi e a catturarlo a tal punto da spingerlo a voler assolutamente tornare per conoscere la prosecuzione della storia, per il lettore sono le prime pagine di A Storm of Swords (Tempesta di spade, I fiumi della guerra e Il portale delle tenebre), terzo romanzo della saga.
La suddivisione è data non più dalla fedeltà a qualcosa di preesistente ma da motivi prettamente televisivi, come da motivi televisivi sono dettate molte altre scelte.
Emilia Clarke/Daenerys Targaryen
I draghi di Daenerys (Emilia Clarke), l’elemento più costoso da realizzare con la computer grafica, si vedono il minimo indispensabile. La visione avuta dalla khaleesi è stata modificata tanto per evitare agli spettatori spoiler relativi alla terza stagione — alcuni dettagli profetici misteriosi per il lettore sarebbero risultati troppo rivelatori per lo spettatore — quanto per mostrare qualcosa di molto forte a livello emotivo anche a chi non può conoscere tutti i retroscena relativi a eventi svoltisi ben prima dell’inizio della storia.
Maggiore importanza è stata data a Robb Stark (Richard Madden), nei romanzi visto sempre dall’esterno e per poco tempo. Madden, come pure la Clarke, mostrano con notevole bravura la nuova maturità acquisita dai loro personaggi. Daenerys ha definitivamente smesso di essere vittima degli eventi per divenire padrona del suo destino. Determinata e caparbia, non esita a combattere per ciò che ritiene suo di diritto. Robb si confronta con i limiti e i doveri legati al suo ruolo riuscendo a bilanciare la sua nuova forza con l’insicurezza dovuta al peso delle novità.
Lena Headey/Cersei Lannister e Peter Dinklage/Tyrion Lannister
Se i due non spiccano rispetto al resto del cast è per il semplice fatto che tutti forniscono interpretazioni notevoli e meriterebbero una menzione. Da un lato Alfie Allen mostra i dubbi che animano l’animo di Theon Greyjoy, dall’altro il nuovo arrivato Liam Cunningham appare inflessibilmente fedele al suo sovrano, l’altrettanto inflessibile Stannis Baratheon (Stephen Dillane). Peter Dinklage e Lena Headey, nuovamente insieme dopo la separazione avvenuta all’inizio della prima stagione, portano sul set tutta la complicità esistente fra i due attori anche a telecamere spente – un esempio si trova in una forte spinta data da Cersei a Tyrion nel corso di una discussione, gesto non previsto dalla sceneggiatuara – mentre Jack Gleeson (Joffrey) è bravissimo nel farsi odiare. E si potrebbe andare avanti ancora per molto.
Malgrado l’aggiunta di numerosi personaggi a un cast già vasto la trama procede senza problemi, e questo è merito degli sceneggiatori. Bilanciare le storie di tutti per portarle avanti di pari passo mantenendo alta l’attenzione dev’essere stata un’impresa notevole, anche se sullo schermo appare tutto naturale. La trama dei singoli episodi, e quella complessiva, proseguono a un buon ritmo.
Molte trame sono comunque semplificate rispetto al romanzo di partenza, come nel caso di Arya o della già citata Daenerys. Necessità di rimanere nei limiti di tempo prefissati, di non travolgere gli spettatori con troppe situazioni nuove e di rimanere nei limiti del budget, ma anche di trasformare il linguaggio scritto in quello visivo, sono alla base di numerosi cambiamenti.
La battaglia delle Acque Nere
Alcuni personaggi, ma anche alcune battaglie, spariscono. Non quella delle Acque Nere, culmine dell’intera stagione e capace di occupare un intero episodio. Al suo interno confluiscono numerose trame, e l’episodio è tale da lasciare senza fiato per la grandiosità della visione e la sincronizzazione perfetta di ogni singolo movimento. La visione del contenuto speciale dedicato proprio alle realizzazione dell’episodio non può che accrescere la meraviglia per quanto la produzione è stata in grado di realizzare.
Non tutto comunque fila alla perfezione. La consapevolezza di Lord Mormont di quanto avviene presso la dimora di Craster pone parecchi interrogativi sul perché i Sette Regni non siano preparati ad affrontare meglio la minaccia di ciò che si cela oltre la Barriera. E per quanto Charles Dance sia un interprete straordinario vedere il suo Tywin fare il sornione con la giovane Maisie Williams sembra un po’ una forzatura del carattere del personaggio. Suscita qualche perplessità anche una storia d’amore che attraversa tutta la stagione, e non per problemi interpretativi. Ciò che si sente, pur in una vicenda capace di far battere il cuore di trepidazione e di dare sollievo rispetto ai momenti più cupi, è la presenza di una sensibilità moderna in un contesto medievale. Le gerarchie sociali vengono per una volta accantonate, e se lo spettatore può apprezzare il valore dato ai rapporti umani l’amante della storia non può non nutrire forti perplessità.
Charles Dance/Tywin Lannister e Maisie Williams/Arya Stark
Man mano che vanno avanti Benioff e Wiess si discostano sempre più dai romanzi di partenza. Necessità di semplificare ma anche sensibilità diverse stanno conducendo Il trono di spade su un sentiero parallelo, ma non coincidente, con quello delle Cronache del ghiaccio e del fuoco. Per ora il risultato è sostanzialmente positivo, anche se il rischio di incappare in una trappola nascosta è sempre presente.
Numerosi i contenuti speciali, quasi tutti in inglese con possibilità di inserire i sottotitoli italiani. La guerra dei cinque re fornisce, a partire da una mappa, la possibilità di leggere in italiano una serie di testi relativi alla storia delle varie casate con brevi note sui membri di appartenenza, i nomi e le caratteristiche delle case minori e della gente comune che gli hanno giurato fedeltà, qualche spiegazione su località e cultura di quella casata. Si tratta di informazioni sintetiche utili per chi abbia bisogno di chiarirsi un particolare dubbio, ma noiose se lette nel loro insieme. Fa eccezione l’interessante sezione dedicata ai Piani di battaglia. In questo caso una mappa interattiva mostra — a partire da quanto avvenuto nella prima stagione — gli spostamenti dei membri delle varie casate nei Sette Regni e spiega le varie fasi dei combattimenti dal punto di vista della casata stessa. L’unica precauzione da usare è di consultare i piani solo dopo aver visto gli episodi, visto che contiene spoiler dalla seconda stagione.
Come nella prima stagione la Guida agli episodi consiste in una banda laterale che, in inglese, fornisce a richiesta informazioni sui personaggi presenti in ogni singola scena, i luoghi in cui è ambientata e alcuni elementi storici utili per la comprensione. Al di là del limite di essere in lingua è uno strumento la cui lettura distrae dalla visione o obbliga a una piccola pausa, e quindi è da usare con parsimonia. Può essere utile allo spettatore che non ha letto i romanzi, ma la sua presenza non è fondamentale.
Natalie Dormer/Margaery Tyrell
La sezione dedicata a Storia e floklore è in inglese con sottotitoli in italiano. Mentre sullo schermo si vedono disegni realizzati con vari stili, in modo da adattarsi al meglio a quanto viene narrato, la voce fuori campo di alcuni dei protagonisti narra interessanti retroscena della saga. La storia della ribellione dei Greyjoy, o quella dei Baratheon osservata con gli occhi del nuovo arrivato Stannis, o ancora le storie delle varie casate o dei gruppi di persone che animano la saga fornisce informazioni utilissime che, per motivi logistici, non sono entrate nei vari episodi, ma che ne consentono una migliore comprensione. In questi commenti è possibile vedere una parte della profondità del mondo creato da Martin.
Le Uova di drago nascoste consentono di vedere alcune scene tagliate dagli episodi.
La realizzazione della battaglia delle Acque Nere è il più interessante dei contenuti speciali. Anch’esso in inglese con sottotitoli italiani, mostra tutte le sfide che la produzione ha dovuto affrontare per realizzare in modo tanto convincente un episodio candidato a un buon numero di premi televisivi.
Le religioni di Westeros, in inglese con sottotitoli italiani, è un’altra occasione per approfondire con diverse interviste i retroscena del mondo creato da Martin e capire perché sia così convincente. Lo stesso tipo di approfondimento è dato anche da Il trono di spade: il cerchio interno, nel quale Emilia Clarke, Kit Harington, Lena Headey, Michelle Fairley, Liam Cunningham, David Benioff e D.B. Weiss chiacchierano piacevolmente intorno alla serie televisiva e alla loro interpretazione dei personaggi di cui vestono i panni.
I Commenti audio, per quanto interessanti, possono essere apprezzati solo da un numero ristretto di spettatori. Si tratta infatti delle impressioni di Benioff, Martin e di diversi membri del cast da ascoltare durante lo svolgimento dei vari episodi. Purtroppo i commenti sono solo in lingua originale e in questo caso non è possibile inserire sottotitoli
Infine, visto l’ingresso di nuove figure sulla scena e la maturazione di quelle vecchie, i Profili dei personaggi, in inglese con sottotitoli, consentono di conoscere meglio Jon Snow, Daenerys Targaryen, Robb Stark, Joffrey, Renly e Stannis Baratheon e Theon Greyjoy sia per come loro percepiscono sé stessi sia per come li percepiscono gli altri. Anche questo, come la maggior parte degli altri, è un contenuto da non perdere.