Il tuo nome, se lo penso, mi vengono i nervi duri
e stringo i denti e ti ricaccio
dritto nell’inferno da cui vieni.
Rispondo “No”, ma a nessuna domanda
e raddrizzo le spalle in segno di protesta.
Il tuo nome, se lo leggo, comincio a tremare
come fossi verde, come se stessi per morire
staccata via da un soffio con violenza.
E mi viene freddo, davanti al tuo nome,
perdo tutto il calore nelle braccia, e nella bocca
mi viene voglia di baciarti, di dirlo
il tuo nome
a bassa voce, mentre fuori si allineano i pianeti
alle mie vertebre. Allora tremo e sottopelle
è uno sbattere di ossa e cuori che non so calmare.
E mi raggiunge un desiderio di calore e mani fredde che vorrei avesse ragione Cristina, è un problema di circolazione, invece è un problema più grave che non basta un medico a risolvere.
Ma come vuoi che si guarisca da un’ossessione
se te il mio corpo chiede e altro niente?
E nonostante tutta la distanza che ti ho fatto attorno e nonostante la distanza che capita come capitano le disgrazie qualche volta mi viene ancora da pensare che non saremo mai abbastanza distanti io e te.