Magazine Diario personale

Il tuo racconto al centro, i vincitori.

Da Chiara Lorenzetti

Partecipare per gioco ad un concorso e trovarsi a vincerlo è una soddisfazione curiosa.
Il mio racconto breve “A Francesca” a ex equo con “Equilibrio dinamico” di Enrico Neiretti è stato scelto tra i tanti per rappresentare il concorso “Il tuo racconto al centro“, una trasposizione artistica delle nostre parole ad opera delle artiste Daniela Maestrelli e Roberta Defassi. Il tema del concorso era ” Ordine o Caos? Storie di ordine nel caos e disordine nell’ordine.”
In questi giorni ho incontrato le artiste che mi hanno sottoposto ad un fuoco di fila di domande sul mio racconto, che, partendo dal testo, ha spaziato alla mia scrittura, a come vivo, alle mie relazioni: un excursus dentro di me completo ed appagante. Dalle mie risposte, unite al racconto, la loro creatività farà nascere opere personalizzate che narreranno di me.
Le opere verranno premiate ed esposte a Paratissima, dal 4 all’8 Novembre 2015, Torino, Palazzo Esposizioni nell’ambito della manifestazione Artissima, al Lingotto.

Sono contenta. E sono curiosa, non un semplice premio, ma una narrazione a 3D di me!
Ecco, a seguire, il racconto vincitore.

A FRANCESCA.

Ho sempre pensato che nascere fosse la vera forza, la fatica primordiale, il passo avanti oltre il precipizio. Ho sempre immaginato che dei due, il figlio e la madre, il più folle fosse il feto, il coraggio e l’ardire del nuovo, il veloce cambiamento, la pazzia del vuoto e che la madre fosse la roccia, il passaggio, la strada piana, la scala, la spalla per sorreggere, la mano pronta.
Il figlio la follia, la madre la ragione.

Poi, è vero, quello che immagini non è mai quello che è perché la vita ama scombinare le carte, confondere i vestiti, i sogni capovolti, l’imprevisto che appaga, i sentimenti tra le mani, il cammino acciottolato che si srotola piano.

Quel giorno, ricordo, la vita cambiò piano e mi rivestì di meraviglia.

Era una mattina di primavera, il tempo del parto lontano, restavo nel letto a contare le ore, quando sentii in me il canto del nascere improvviso. Non so dire se mai l’avessi dipinto tra gli occhi, ma so che mi alzai e quell’ordine che avevo mandato a memoria, venne travolto dal calore, dal dolore, dalla fretta, dalla calma, dallo stupore, dall’ardore. Il sole mi nasceva dentro e io nemmeno riuscivo a contare i camicini, le scarpette che prima d’ora erano impilate in ordine ligio. Ad ogni respiro creavo disordine là dove avevo ricamato con precisione l’ordine dei gesti consueti del partorire. Fu un attimo strano, uno scherzo, una magia, che ruppe il tempo ordinato delle contrazioni e mi catapultò nel parto, senza darmi tempo di un’occhiata.

Sei nata di Primavera, generata da un caos di allegria e felicità; hai travolto le mie convinzioni seminando tappeti di viole e girasoli, fata argentata, le ali luccicanti. Sei nata con il sole, germogliando amore e serenità, disegnando un ordine cosmico con il solo tuo sorriso.”

Chiara


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