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“Il tuono”, settimanale d’inchiesta triestino, chiuso d’imperio e senza preavviso dall’editore

Creato il 08 gennaio 2011 da Antonellabeccaria

Il tuonoCon l’inizio dell’anno, sembra morire un altro giornale che la cantava chiara. Si tratta del Tuono, settimanale d’inchiesta triestino che, a numero quasi in stampa, s’è visto saltare nonostante (o forse proprio qui sta la causa) le pubbliche denunce di “malaffari politici, mafie ed ingiustizie”. Lo racconta un comunicato diffuso oggi dai giornalisti. Eccolo in versione integrale.

Trieste, 8 gennaio 2010 – L’editore dell’unico settimanale d’inchiesta triestino, “il Tuono”, Daniele Pertot, ne ha cessata la pubblicazione senza preavviso, bloccando la stampa del numero 32 in uscita per oggi (sabato 8 gennaio). Ne erano già state stampate le locandine, che annunciavano inchieste sul malaffare edilizio comunale e sulle morti per amianto nelle caserme della Guardia di Finanza.

Il settimanale, diretto dal giornalista investigativo Paolo G. Parovel e leggibile anche in rete (www.iltuono.it), usciva a 32 pagine dal 1° maggio 2010, su una linea politico-editoriale di rigorosa indipendenza e con l’impegno cavalleresco in testata di “dire la verità, non avere paura ed aiutare i più deboli”. Le sue inchieste documentate, che hanno dato origine a procedimenti penali delle Procure di Trieste e Bologna, denunciavano in particolare cartelli degli appalti, mafie, inquinamenti, abusi edilizi ed urbanistici, speculazioni immobiliari e malagiustizia, omesse assistenze sociali e sanitarie ed altre violazioni della legalità e dei diritti dei cittadini.
Con successo d’opinione pubblica crescente, negli ultimi mesi il settimanale aveva denunciato abusi nelle tutele ed amministrazioni di sostegno affidate ad avvocati e praticanti, il “riciclaggio speculativo immobiliare” di 70 ettari di zona franca portuale, e gestioni clientelari delle concessioni edilizie, del piano regolatore e delle aste di beni pubblici. Tra queste era emersa la vendita (vietata dal codice civile, art. 1471- divieti speciali di comprare) di un terreno del Comune al sindaco, Roberto Dipiazza, che ne aveva fatta una speculazione immobiliare con profitto di 200.000 euro e la copertura trasversale di tutti i partiti. Il settimanale aveva chiesto perciò il commissariamento dell’amministrazione comunale, ed il sindaco ha tentato di farlo tacere citando temerariamente per danni direttore responsabile ed editore.

Con l’avvicinarsi della prima udienza di causa e delle elezioni locali l’editore ha annunciato di volersi candidare usando il giornale, ma direttore e redazione ne hanno difesa l’indipendenza sulla linea pattuita e garantita al pubblico. Lui li ha perciò sgomberati ieri (7.1) di forza bloccando a sorpresa l’invìo del numero in tipografia ed ingiungendo ai redattori di andarsene subito perché non rinnova loro i contratti appena scaduti; senza avvisarne il direttore, cui ha invece inviato via mail una “comunicazione di fine rapporto” in cui lo invita a portar via le sue cose, minaccia richieste di danni e si schiera contro di lui col sindaco nella causa.

Direttore e redattori denunciano perciò questi comportamenti dell’editore come “una scandalosa operazione proditoria ed illegittima di violenza repressiva contro la stampa libera che denuncia i poteri del malaffare” ed intendono reagire sul piano penale, civile e sindacale. Preannunciano inoltre l’apertura di un nuovo giornale indipendente in rete, con previsione di editarlo anche su carta. Non è invece noto se il vecchio editore intenda riutilizzare la testata che ha chiuso.


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