Chi ha letto la storia del Vajont o visto il film realizzato sulla tragedia, sa bene di quela giornalista che si è spesso recata a Longarone e dopo avere fatto una serie indagine ha denunciato la pericolosità di quella diga mettendo in guardia gli abitanti. Che avesse ragione ormai non c'è bisogno di spiegarlo.
La sera del disastro programmato - prosegue - mio padre ci fece stare pronti. Eravamo vestiti di tutto punto, pronti a scappare». E l’onda scese. Con soli 39 minuti di ritardo rispetto all’ora indicata dai dirigenti Sade: erano infatti le 22.39.
La prevalenza della popolazione era chiusa in casa a guardare la partita e questo, secondo la Sade, sarebbe stata una garanzia di tranquillità per eseguire la manovra di far scendere quella maledetta frana che pesava come un macigno sul valore dell’opera, destinata ad essere venduta all’Enel. I modelli di studio effettuati a Nove indicavano infatti che l’onda sarebbe stata alta una trentina di metri. Che mai avrebbe potuto fare uno spruzzo simile?
Per un approfondimento sulla storia della diga vedi anche questi due lunghi video con Marco Paolini
http://www.youtube.com/watch?v=aMgPy47PpCs
http://www.youtube.com/watch?v=W1NkXkWXQ4s