Un tema forse obsoleto, perchè troppo discusso e troppo abusato, ma voglio tentare ugualmente una definizione. L'esperienza insegna che l'amicizia non può esistere se non fra due persone anzitutto affini, con orizzonti simili, vedute compatibili, ma questa è solo la base su cui gettare un tentativo di amicizia. La verità è che l'amicizia è una forma d'amore e dell'amore trascina con sé luci e ombre. Può capitare di concepirla come un legame, forse una forma di dipendenza affettiva, uno dei pilastri su cui si erge il nostro modo di costruirci ogni giorno. E lì sta l'intoppo. Per essere realmente maturi, pronti per essere amici di qualcuno, bisogna essere anzitutto capaci di fare a meno di quel qualcuno. Di ritenerlo importante, ma non indispensabile. Insomma, fra tutte le relazioni umane l'amicizia può fregiarsi dell'opportunità di essere un quid "rinunciabile". In ciò, paradossalmente, può celarsi il suo valore più autentico. Eppure, spesso l'amicizia finisce con l'essere l'esatto opposto. Capita che si instaurino legami veri e propri, e già il termine incuterebbe un certo timore, non fosse che per il fatto che non si tratta di legami interdipendenti, ma a senso unico. Tutti coloro che possono dirsi legati da forte amicizia sono realmente in grado di concepirla da entrambe le parti allo stesso modo? Può accadere di no, e da qui il generarsi di delusione, mancate gratificazioni, assenza. L'assenza si concretizza nel momento in cui l'uno non riesce a rispecchiarsi nell'altro, non lo vede come proprio Sé affine, simile, perchè l'altro sta ragionando in modo diverso e giunge a diverse conclusioni. Questo immaginario specchio in cui l'amico ha visto se stesso si incrina e l'altro diventa estraneo, appunto altro. Constatare che l'amicizia vera, profonda, corra di continuo su questa lama, possa incorrere nel pericolo di autodistruggersi, è angosciante. Oggi l'amicizia è un valore continuamente in bilico, perchè la comunicazione si è fatta difficile, perchè l'uomo vive una contemporaneità eternamente protesa verso l'autodeterminazione. Quanto possa esserci da salvare può dimostrarlo solo il tempo e la resistenza a una consunzione ormai fisiologica cui è sottoposta ogni relazione umana. Voglio poter pensare che, nonostante queste amare constatazioni, continui a perserverare la speranza di concepire l'amicizia come un giardino da coltivare amorevolmente, nutrire e sostenere tenacemente. Solo questa speranza vale la pena di un pensiero in più, uno sforzo in più, una parola buona di più. Luz
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Un tema forse obsoleto, perchè troppo discusso e troppo abusato, ma voglio tentare ugualmente una definizione. L'esperienza insegna che l'amicizia non può esistere se non fra due persone anzitutto affini, con orizzonti simili, vedute compatibili, ma questa è solo la base su cui gettare un tentativo di amicizia. La verità è che l'amicizia è una forma d'amore e dell'amore trascina con sé luci e ombre. Può capitare di concepirla come un legame, forse una forma di dipendenza affettiva, uno dei pilastri su cui si erge il nostro modo di costruirci ogni giorno. E lì sta l'intoppo. Per essere realmente maturi, pronti per essere amici di qualcuno, bisogna essere anzitutto capaci di fare a meno di quel qualcuno. Di ritenerlo importante, ma non indispensabile. Insomma, fra tutte le relazioni umane l'amicizia può fregiarsi dell'opportunità di essere un quid "rinunciabile". In ciò, paradossalmente, può celarsi il suo valore più autentico. Eppure, spesso l'amicizia finisce con l'essere l'esatto opposto. Capita che si instaurino legami veri e propri, e già il termine incuterebbe un certo timore, non fosse che per il fatto che non si tratta di legami interdipendenti, ma a senso unico. Tutti coloro che possono dirsi legati da forte amicizia sono realmente in grado di concepirla da entrambe le parti allo stesso modo? Può accadere di no, e da qui il generarsi di delusione, mancate gratificazioni, assenza. L'assenza si concretizza nel momento in cui l'uno non riesce a rispecchiarsi nell'altro, non lo vede come proprio Sé affine, simile, perchè l'altro sta ragionando in modo diverso e giunge a diverse conclusioni. Questo immaginario specchio in cui l'amico ha visto se stesso si incrina e l'altro diventa estraneo, appunto altro. Constatare che l'amicizia vera, profonda, corra di continuo su questa lama, possa incorrere nel pericolo di autodistruggersi, è angosciante. Oggi l'amicizia è un valore continuamente in bilico, perchè la comunicazione si è fatta difficile, perchè l'uomo vive una contemporaneità eternamente protesa verso l'autodeterminazione. Quanto possa esserci da salvare può dimostrarlo solo il tempo e la resistenza a una consunzione ormai fisiologica cui è sottoposta ogni relazione umana. Voglio poter pensare che, nonostante queste amare constatazioni, continui a perserverare la speranza di concepire l'amicizia come un giardino da coltivare amorevolmente, nutrire e sostenere tenacemente. Solo questa speranza vale la pena di un pensiero in più, uno sforzo in più, una parola buona di più. Luz
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