Secondo i curatori della ricerca intitolata 'Il valore della convergenza', il presidente del Consiglio Matteo Renzi, costantemente connesso al web, «e' il paradigma di una nuova cultura digitale»: il Laboratorio ConMe valuta che «sono due milioni i 'Renzi' italiani», cioe' i giovani 'convergenti' nel nostro paese. Anche se le ultime rilevazioni del Laboratorio parlano di 23,4 milioni di individui sopra i 14 anni, focalizzandosi sulla popolazione più attiva (la fascia tra 16 e 64 anni) la percentuale dei 'convergenti' sale fino al 55%, «con una crescita del 5% rispetto al gennaio 2013». Il picco, e' quasi scontato, e' nella fascia tra 25 e 34 anni, dove la percentuale arriva al 72%.
Il Nord Italia fa la parte del leone: qui, tra Nord Est e Nord Ovest, si concentra il 49% dei forti utilizzatori, seguiti quasi a pari merito dal Centro (25%) e da Sud e Isole (26%). La fruizione della Rete 'convergente' e' soprattutto di impiegati o quadri «con un livello di reddito superiore alla media italiana», dice l'indagine (38%). Inoltre, 10 milioni di italiani con più di 14 anni sono «multi-screen» e utilizzano almeno 3 schermi diversi ogni giorno, senza differenze tra giorni feriali e weekend: solitamente Pc, smartphone e tablet.
Le interazioni su Internet sono soprattutto nei «momenti canonici, come a cena, a pranzo e dopocena, ma occorre considerare ben 8 milioni di italiani fruiscono nella mobilita' quotidiana, per raggiungere il posto di lavoro». Ci sono picchi anche «nei tempi interstiziali, e nei tempi del lavoro, sia mattina che pomeriggio». Inoltre, rispetto al 2012 aumenta il numero di convergenti «che fanno esperienze mediali prima di andare a dormire».
Anche il tipo di ricerche e interessi che si fanno su Internet e' un pò lo specchio dei tempi: analizzando il rapporto tra marca e consumatore, per il Laboratorio ConMe al primo posto svetta la televisione (47%), seguita a ruota da riviste e giornali (28%). E sono 13,2 milioni gli italiani che usano la pubblicita' «come fonte d'informazioni su marche e prodotti. Le persone esposte ad esempio ad uno spot tv di marche preferite si attivano su più piattaforme: sito internet dell'azienda, profilo ufficiale su Facebook, app della marca; oppure cercano informazioni attraverso motori di ricerca e social network. O ancora commentano sui social network, o addirittura vanno a cercare lo spot televisivo su Internet, per poi condividerlo sui propri spazi social».
La pubblicita', insomma, pare sfruttare bene questa onnipresenza di Internet, e il ritorno d'immagine e' più intenso: anche perche', conclude l'indagine, «in un negozio il consumatore convergente ottiene abitualmente le informazioni su marche e prodotti proprio come gli accade con la pubblicita', ma con un'intensita' e un coinvolgimento personale più forte