Negli ultimi anni della sua vita alla corte d’Inghilterra, l’anziano Marcus Gheeraerts il Giovane, già pittore di Elisabetta I, vide la sua fama offuscarsi, all’arrivo di un altro ritrattista fiammingo, ricco di talento, allievo di Rubens e seguace di Tiziano: Antoon Van Dyck. Il talentuoso pittore, dopo un breve soggiorno sotto il regno di Giacomo I, si trasferì stabilmente in Inghilterra, su insistenza del re Carlo I, che lo nominò baronetto e primo pittore di corte.
Van Dyck ritrasse il re e numerosi membri dell’aristocrazia, in una magnificenza di sete, perle, incarnati luminosi e fondali drammatici. Essendo cattolico, come la regina Enrichetta Maria, Van Dyck entrò a far parte di un folto gruppo di cortigiani, che facevano parte dell’entourage. Il pittore fu sempre benevolo nei confronti della monarca, che ritrasse moltissime volte, migliorandone i tratti e la luce del viso, grazie all’arte dei suoi pennelli. Le tele inglesi di Van Dyck sono per la maggior parte conservate alla Royal Collection e alla National Portrait Gallery, ma ve ne sono altre, pregevolissime, alla Frith Collection di New York, con ritratti di nobili e notabili. Tra gli amici di Van Dyck si annovera Endymion Porter, diplomatico e leale monarchico, il quale, durante la guerra civile, rimase fedele a re Carlo I, fino all’esecuzione, avvenuta nel 1645. Endymion era sposato con Olivia Boteler, figlia del Barone di Bramfield e nipote del Duca di Buckingham. Olivia era una fervente cattolica, e fu dama di compagnia della regina Enrichetta Maria.
E’ di questi giorni la notizia di un “nuovo” ritratto di Van Dyck, raffigurante proprio Olivia Boteler Porter, e rinvenuto, per caso, nei depositi del Bowes Museum, nella Contea di Durham. Considerato per lungo tempo una copia, eseguita nel XIX secolo, una volta pulito e restaurato, il dipinto è risultato, invece, essere un Van Dyck originale. Il quadro, in cui lady Olivia appare ritratta con una rosa rossa nei capelli e degli orecchini con delle grandi perle barocche, fu probabilmente dipinto poco prima della sua morte (1633) ed è stato valutato un milione di sterline. La conferma dell’autenticità del dipinto è stata fatta sulla base dei pigmenti utilizzati e grazie all’occhio esperto di uno dei massimi esperti su Van Dyck, il direttore dell’Ashmolean Museum di Oxford, Christopher Brown. Il dipinto è stato riscoperto solo quando, fotografato nel 2008 e inserito nel database della Public Catalogue Foundation, è stato poi inserito nel sito della BBC, “Your Paintings“.
Chissà quanti altri dipinti di Grandi Maestri staranno languendo negli scantinati dei musei? Se non fosse stato pulito e restaurato, il quadro di Van Dyck, come copia ottocentesca, sarebbe valso non piu di 5000 sterline.