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Il vecchio e il nuovo

Da Desian
Oggi è cominciata l'ultima settimana.
No, tranquilli: non c'entrano le sfighe maya, le previsioni dell'oroscopo o i fondi di caffè.
Oggi è l'ultima settimana di scuola elementare per la donna grande. Fra tre mesi circa, minuto più minuto meno, inizierà la scuola media.
Aiutoooooo!!!
Non voglio fare retorica sul tempo che vola, era ieri e cose così. Ci siamo goduti tutto il tempo, i passaggi di rito, il cambio di passo nei compiti, le difficoltà di integrarsi in un mondo - quello dei ragazzini di questa età - dove ogni più piccola differenza è una leva per il rifiuto.
Ora che la donna grande sta sbocciando come un fiore di personalità nuova, ora che le insicurezze stanno lasciando il posto alle prime certezze, ora che faticosamente ha saputo scalare la rupe di quel rifiuto per entrare a testa alta nel gruppetto degli "integrati", lasciamo tutto e ricominciamo daccapo.
Una metafora.
Le fatiche che la vita, anche quella di un'undicenne, ci mette davanti. La paura di abbandonare la via ormai conosciuta per una nuova, che compare laggiù con le incognite del buio.
Ogni tanto un piantino, più o meno disperato, per ribadire quanto adesso non voglia lasciare i suoi compagni, finalmente conquistati.
Il mio cuore, ora che batte davvero in sincrono col suo, è strizzato come una spugna: secco, con tutto il liquido scivolato via.
Sto pensando le parole giuste per consolarla.
Per accompagnare queste nuove paure che arrivano, per spiegarle, se mai sarò capace.
Stasera, forse, ho trovato una chiave e la devo ad Akela, Baloo e Chil: presenze nuove che da un po' di mesi ci accompagnano. (Lo avevo detto qui).
Una loro "carezza" verbale è diventata un'intera interpretazione: il nostro posto è quello dove stiamo. Di volta in volta. E c'è un motivo se quel posto cambia, non sarà mai lo stesso, nel corso del tempo.
Il nostro posto sono le relazioni che stabiliamo e le storie che sappiamo intrecciare insieme agli altri. E sapere che gli altri non sarebbero affatto gli stessi se non avessero incontrato noi, se non ci fossimo trovati ad incrociare certe strade.
Non so quanto sia chiaro questo ragionamento, a chi legge queste righe e alla donna grande, quando glielo farò. Però qui dentro è chiarissimo. Una rivelazione.
Una luce.
Per il nuovo che ci aspetta e ci spaventa e ci commuove, insieme.

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