Il vecchio Lev e le sue storie

Da Fiaba


Domenica 02 Settembre 2012 16:43 Scritto da Marcella Geraci

Lo sapevate che esistono, nel mondo, paesi lontanissimi? Talmente issimi da poter essere visti soltanto nei sogni?

Alla gente comune questi strani luoghi appaiono di sfuggita, durante le soste in mezzo al traffico o al momento del risveglio, quando un occhio è ancora chiuso per colpa del sonno. Nessuno perde tempo in questi posti bizzarri, e quei pochi che vi scorrazzano si contano sulla punta delle dita, le prime quattro della mano sinistra, dal pollice fino all’anulare.

Proprio il pollice è il dito occupato da Lev, un anziano signore che vive da solo nel bosco, in una casetta di legno costruita sui rami di una grande quercia. L’occupazione preferita del vecchio Lev è quella di scrivere i resoconti dei suoi viaggi notturni, senza tralasciare neanche una riga.

Per far questo dimentica perfino di mangiare, bere e radersi, e così, nel paese in cui vive, viene considerato un po’ matto. Solo i bambini vanno a trovarlo, per portargli gli avanzi dei loro pranzetti e per sentire le sue storie straordinarie.

“Ehi, Lev, apri la finestra!” grida improvvisamente una bimba piccina come un soldo di cacio, appostata sotto la quercia in cui si trova la del vecchio.

“Ciao, Cristina, cosa mangerò oggi?” Risponde Lev fissando con un nodo un cestino di vimini alla sua lunghissima barba bianca e calandolo attraverso la finestrella del suo studio di scrittore.

“Una mezza fetta biscottata rosicchiata un pò da mio fratello Pino, una coscia di pollo arrosto che non ho mangiato a cena e una torta di mele che ha preparato la mamma” replica Cristina, sistemando nel cestello l’involto col cibo.

“Grazie, cara” dice Lev. “Sarà sicuramente tutto buonissimo. Ringrazia tua madre e tuo fratello da parte mia.”

“Dove sei stato ieri?” chiede quindi Cristina, incuriosita.

“In un paese dov’è nato un bimbo con tre occhi” grida il vecchio Lev dalla finestra. “La gente gli ha reso omaggio per venti giorni consecutivi e ha deciso di nominarlo saggio perchè vede meglio degli altri.”

“E poi?” lo incalza la bimba.

“In un posticino dove fare la spesa è diventato un problema per tutti. Quando qualcuno si reca al mercato, i commessi gli riempiono il carrello di scatolame, frutta e delizie di ogni tipo. Così, al suo ritorno a casa, il poverino non ha spazio a sufficienza per conservare tutto quel ben di dio che ha pagato con un abbraccio o con una stretta di mano. La signora o il signore è allora costretto ad organizzare grandi pranzi, per mangiare insieme ad altri ciò che da solo non potrebbe consumare.”

“E poi?” chiede di nuovo Cristina.

“Eh … di paesi da visitare ce ne sono tanti!” sospira Lev, un po’ stanco per tutti quei viaggi notturni.

“Questi posti sono davvero così lontani?” esclama allora la bambina, rattristata dal fatto di non averli ancora visti.

“I paesi che ho visitato si trovano nei sogni e sono più vicini di quanto si possa pensare. Perché i sogni abitano dentro di noi e non dobbiamo percorrere nessuna distanza per raggiungerli” dice il vecchio Lev, continuando a masticare la sua mezza fetta biscottata.



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