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"Il vecchio padre, tre figli e il potere della magia"/ Racconto del Togo

Creato il 18 marzo 2012 da Marianna06

 

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Siamo in un villaggio togolese, dove vivono, di modesta agricoltura e di  un po’ di pastorizia, un anziano padre e tre figli in età adulta.

Come è giusto che sia, per  i tre uomini  è arrivato il momento ormai di allontanarsi da casa e di scegliere di farsi  una propria vita.

Per di più è dovere dei figli, secondo la tradizione del luogo, vista l’età avanzata del genitore, provvedere  loro, e solo loro, ai bisogni del vecchio.

I tre, allora,allegri e baldanzosi come impone la gioventù, si accomiatano dal padre ma, prima di separarsi, nei pressi del grande fiume scelgono di comune intesa quale direzione di cammino ciascuno  deve prendere.

A dettare le regole, sempre nel rispetto della gerarchia, è naturalmente il fratello e figlio maggiore.

L’ultimo dei tre, il più piccolo, è invitato ad imboccare il sentiero  centrale.

Il secondo invece s’incammina sulla via a destra mentre il maggiore,di sua scelta,decide di procedere a sinistra.

L’impegno per tutti è di ritrovarsi presso il fiume nuovamente nel momento in cui sono convinti di aver trovato una soluzione in vista  dell’avvenire tanto per se stessi che per il loro anziano genitore.

E così si verifica, infatti, dopo un certo numero di mesi .

I tre si rincontrano, si abbracciano felici  e si raccontano reciprocamente avventure e risultati raggiunti da ciascuno nel corso del proprio viaggio personale.

E le cose stanno così.

 Il più giovane dei fratelli è venuto casualmente in possesso di uno specchio magico, guardando nel quale si può vedere tutto il paese negli angoli anche i più remoti.

Il secondo ha con sé un paio di sandali, calzati i quali, è possibile arrivare velocissimi  lì dove si vuole.

E il fratello e figlio maggiore invece, ha tra le mani solo un piccolo sacchetto d’erbe magiche, donatogli in città da un guaritore.

Che fare, e soprattutto, come fare, se si vuol pensare di dare un aiuto concreto al vecchio genitore?

Nel mentre i tre si raccontano vicendevolmente le rispettive esperienze di città, dando all'improvviso e per caso una sbirciatina allo specchio “magico”  vedono, inaspettatamente, che il loro padre al villaggio è morto e gli sono stati fatti , come di rito, persino i funerali.

Pertanto non resta che, calzati i sandali  “magici”, raggiungere al più presto il villaggio e il cimitero.

Più veloci della luce arrivano,infatti, al villaggio e,  via di corsa ,tutti e tre sono già in cimitero.

Il figlio maggiore, allora, tira fuori dalla tasca  il sacchetto delle erbe e le sparge sulla tomba del padre.

Miracolo degli inauditi miracoli ,il vecchio padre,come risvegliatosi da un sonno profondo, si alza dalla tomba, cammina, saluta  e abbraccia i suoi figli proprio come niente fosse mai accaduto.

La domanda di rito adesso è : chi dei tre figli, secondo voi, ha fatto la cosa migliore per suo padre?

Pensateci ma senza fretta.

Riflettere su qualsiasi cosa in Africa ha sempre tempi lunghi  e procede “pole” pole” proprio per non correre il rischio di sbagliare.

Questa è quella che, a dire dei più, e che io condivido, si chiama saggezza.

 

   A cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimamana)

Racconto  tratto da "Leggende della Madre Africa "-Arcana editrice (Mi)- Liberamente adattato

 


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