Di solito i pensieri vanno o a una suora o a una sposa o una donna musulmana.
Quindi donne che per dovere o piacere indossano il velo.
Se poi andiamo alla donna musulmana, i pareri trasbordano e non importa che il viso si veda o no.
Comunque si pensa a una donna sottomessa, non libera di mostrare la propria testa.
Ebbene la storia della donna è piena di veli sin dai tempi antichi e ogni volta aveva un significato importante.
Anzi il velo poteva testimoniare il suo ruolo nella società, la sua importanza, la sua età, la sua libertà.
Si tratta di una foto di Darla Teagarden e l'altra l'avrete riconosciuta senz'altro.
Vi sembra un accostamento azzardato?
Una sorta di sacro e profano?
Per niente.
Il velo, che simboleggi la sensualità e la l'immacolatezza, ha sempre la stessa importanza.
Tanti veli (metaforici e fisici) costellano la vita di ogni donna.
Anche la luna e l'acqua sono simboleggiati dal velo.
di Carlos Pereira
di Valerie Kitchin
di Freydoon Rassouli
Luna di Karl Schweninger (attribuito), 1903
Abito delle vestali e delle dee, veste volatile come se fosse un prolungamento del proprio corpo, che cos'è in realtà il velo? Che cosa simboleggia?Se lo chiede anche Clarissa Pinkola Estés nel suo Donne che corrono coi lupi (la mia Bibbia) quando parla de La fanciulla senza mani, fiaba misconosciuta dei Fratelli Grimm e ricca di significato
Che cosa simboleggia il velo? Segna la differenza tra nascondersi e travestirsi. E' un simbolo della concentrazione in se stesse, dell'occultamento della propria natura misteriore, per la conservazione dell'eros e del mysterium della natura selvaggia.Talvolta abbiamo difficoltà a trattenere la nuova energia vitale nel crogiuolo della trasformazione abbastanza a lungo perché ce ne venga a qualcosa. Dobbiamo tenercela stretta e non cederla a chiunque la chieda, a qualunque furtiva ispirazione ci colga, dicendo a noi medesime che sarebbe bello rovesciare il crogiuolo e svuotare la nostra pienezza df'anima nella bocca degli altri o sulla terra.Mettere un velo su qualcosa ne aumenta l'azione e il sentimento. Tutte le donne l'hanno sempre saputo. Mia nonna soleva "velare la ciotola", il che significava mettere un panno bianco su una ciotola contenente pasta di pane per farla lievitare. Il velo, per il pane e per la psiche, serve per il medesimo scopo. C'è un lievito potente nell'anima della donna durante la discesa. Avviene una straordinaria fermentazione. Stando dietro il velo, aumenta l'introspezione mistica. Visti da dietro il velo, tutti gli esseri umani paiono di bruma, tutti gli eventi e gli oggetti hanno i colori che hanno all'alba o nei sogni.(...)Taluni dicono che l'imene è il velo. Altri, che l'illusione è il velo. E non sbagliano. Ma c'è qualcosa di più. Stranamente, sebbene il velo sia stato usato per nascondere la propria bellezza alla concupiscenza altrui, rientra anche nell'armamentario della femme fatale. Portare un velo di un certo tipo, in un certo momento, con un certo amante e con certe occhiate, è essudare un erotismo intenso e fumoso che mozza veramente il fiato. Nella psicologia femminile, il velo è un simbolo della capacità delle donne di assumere qualunque presenza o essenza desiderino.La donna velata ha una straordinaria numinosità. Ispira tanta meraviglia che tutti coloro che incontra si fermano a rimirarla, così colmi di riverenza per la sua apparizione da non osare avvicinarsi. La fanciulla del racconto viene velata prima di partire per il suo viaggio, ed è pertanto intoccabile. Nessuno oserebbe sollevare il velo senza il suo permesso. Dopo l'invadenza del Diavolo, è di nuovo protetta. Le donne subiscono anche questa trasformazione: quando si trovano in questo stato velato, le persone sensate si guardano bene dall'invaderne lo spazio psichico.
Quando invece il velo perde questa sua valenza?Mi ricordo da bambina di aver visto il film Storia di una capinera di Franco Zeffirelli e la scena finale mi aveva messo una tale angoscia: la protagonista mi sembrava peggio che morta (anche la morte dopotutto è un velo)E' la scena dove la protagonista, Maria, veniva fatta stendere e coperta con un velo pesante e lei non poteva fare altro che spalancare gli occhi.
(la scena la potete vedere a partire dal minuto 8:50)
Mi sembrava quasi che la stessero annientando.
In un altro video, dicevano che non era rappresentata la sua morte eppure per già così era forte.
Il velo non può essere questo.
Il velo sublima.
Esalta.
Un'altra idea dell'oppressione?
Gli amanti di René Magritte
E ora magari penserete che io parli delle donne musulmane e magari, se non ne parlo, è perché ho paura.
Ma vedete, io non le conosco nel senso che mi piacerebbe parlare con loro su tale argomento.
Mi piacerebbe molto confrontarmi su questo e sentirle parlare al di là di tutto, delle ideologie e di ogni pregiudizio.
Finora non ne ho avuto occasione.
Inoltre, non esiste solo il nijab (dove si vedono solo gli occhi) o il burka (quello completo) ed è davvero interessante come una suora e una donna con lo chador vengano viste diversamente.
Comunque, come ho già detto sono molto interessata al tema e sarei ancora più interessata che siano loro a parlarmene.
E ora, come per tradizione del mio blog, vi lascio con tante, tantissime immagini che vi chiederete quand'è che finiscono.
L'Incantatrice di Arthur Hughes, 1870-1874
Lo specchio di John William Godward, 1899
Acque naturali di brookeshaden (via Flickr)
una flapper girl
Il Sonno del Dolore e il Sogno della Gioia (dettaglio) di Raffaele Monti, 1861
L'Infanta Isabel Clara Eugenia di Alonzo Sanchez Coello, 1579
Yulia Kondrasheva by Andrey e Lili
Raquel Zimmermann al Alexander McQueen Autumn/Winter 2006
Isadora Duncan
Isadora Duncan
di Alexandra Kirievskaya
di John William Godward
Crenaia by Frederick Leighton
Jean Harlow
Una danza al mare di Charles Amable Lenoir
La Toilette di John William Godward
Il Bagno di Psiche di Frederick Leighton
Una donna e un gatto di Kitagawa Utamaro, ca. 1793–94
Selene e Endimione di John Wood
Busto di Donna Velata (Puritas) di Antonio Corradini 1717-25
Farfalla di Emanuelle Brisson