La sede di Charlie Hebdo
La giornata di oggi si annuncia come un venerdì di grande tensione.
Il film anti-Islam e le vignette provocatorie del settimanale satirico Charlie Hebdo hanno creato una pericolosa miscela di rabbia e odio che rischia di esplodere tra le strade della capitale francese.
Dopo l’attentato all’ambasciata americana di Bengasi e le violente manifestazioni in vari Paesi musulmani (tra cui la Tunisia) della settimana scorsa, il governo francese teme le reazioni dei musulmani di Parigi.
Il venerdì è il giorno di preghiera dei musulmani, il giorno in cui si ritrovano nelle moschee, il giorno della riflessione.
In seguito alle recenti esplosioni di violenza, la Francia ha aumentato le misure di sicurezza davanti le ambasciate dei Paesi arabi e ha chiuso le scuole.
A Parigi l’atmosfera è molto tesa.
In realtà la giornata più temuta in città è quella di domani a causa delle possibili manifestazioni davanti la grande moschea e Place du Trocadero.
La benzina sul fuoco gettata dalla rivista Charlie Hebdo ha aizzato ulteriormente la collera dei seguaci di Allah che al grido di “touche pas à mon prophète” (non toccare il mio profeta) hanno annunciato movimenti di protesta in tutta la Francia.
Tuttavia l’Eliseo ha vietato le manifestazioni poggiandosi sull’articolo 11 della dichiarazione dei diritti dell’uomo del 1789 che garantisce a tutti il diritto di manifestare “a meno che non ci siano gravi minacce per l’ordine pubblico”.
I giornalisti di Charlie Hebdo, che con il loro gesto hanno voluto ratificare la libertà d’espressione della Francia, vivono ormai come dei carcerati e sono costantemente scortati dalla polizia.
La Francia, il paese dei diritti dell’uomo, deve fare i conti con la rabbia della massiccia presenza musulmana che risiede sul suo territorio (circa il 10% della popolazione francese) e sebbene i rappresentanti del culto musulmano invitano a non cedere alle provocazioni, la tensione resta palpabile.
Il labile confine tra rivendicazione della libertà di espressione e la blasfemia è stato ampiamente varcato, la Francia e il mondo occidentale sperano in una reazione pacata e intelligente da parte del mondo arabo.
Non professo alcuna religione e condanno fermamente ogni forma di violenza.
Tuttavia devo dare atto che la religione cattolica è molto più pacata e comprensiva rispetto a quella musulmana (mi riferisco alle frange più fanatiche) che se provocata, mostra le sue debolezze dando vita a orrende manifestazioni di odio e inutili spargimenti di sangue.
Da quando abito a Parigi mi è capitato spesso di vedere gruppi di cattolici manifestare davanti agli ospedali per protestare contro l’aborto. Non mi é mai capitato di vedere gli stessi gruppi di cattolici appiccare il fuoco agli ospedali per manifestare il proprio dissenso.
Ricordo, inoltre, che poco tempo fa i cattolici parigini avevano protestato davanti al theatre de la Ville contro un’opera teatrale blasfema intitolata “Sul concetto del volto del figlio di Dio” di Romeo Castellucci.
Le scene incriminate di quell’opera vedevano alcuni ragazzi intenti a lanciare pietre e oggetti (che con grande probabilità rappresentavano escrementi) sulla gigantografia del volto di Cristo, il Salvator Mundi di Antonello da Messina.
In quell’occasione alcuni manifestanti si sono incatenati davanti ai cancelli del teatro per bloccarne l’accesso mentre altri gridavano slogan contro l’anticristianesimo e la cristianofobia.
Le proteste sono state veementi ma pacifiche. Nessuno ha aggredito il regista, distrutto il teatro o messo a ferro e fuoco l’intera città.
Dovremmo imparare tutti a prenderci meno sul serio e apprendere a mettere in discussione i dogmi e gli schemi mentali che la società ci ha inculcato fin dall’infanzia e che avvinghiano come ragnatele i nostri cervelli.
La religione dovrebbe essere un sostegno per l’animo umano e non l’oppio dei popoli.
E voi che ne pensate? E’ giusto rivendicare la libertà d’espressione o esistono dei limiti che non vanno valicati? Trovate giusta la decisione del governo francese di vietare le manifestazioni ai musulmani?