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Il Veneziani abbandonato

Da Demopazzia

Il Veneziani abbandonato Se fai per mestiere quello che deve per forza scrivere “contro” succede che ti possa capitare di scrivere delle enormi stronzate e, quel che è peggio, deve sembrare che tu ci creda davvero. A Veneziani capita spesso e forse non si sforza più nemmeno, si è ritagliato quel personaggio e non ne sa più uscire, tanto che oggi arriva a paragonare la catena di uccisioni di donne a cui abbiamo assistito nelle ultime settimane ad una rivolta degli schiavi. Si capisce che Veneziani non ne sappia un granché di rivolte di schiavi, stupisce di più che ne sappia ancora meno di rapporti di coppia. Veneziani scrive un articolo che istiga insieme al “femminicidio” come lo chiama lui e al “venezianicidio”. Da non intendere come lo sterminio degli abitanti di Venezia. Pur di farsi notare nel dibattito il nostro “intellettuale” cade in una serie di contraddizioni da scuola elementare. Per sostenere che questi omicidi non sono il frutto di una cultura maschilista inanella un paio di motivazioni che definire infantili è un complimento. Per riassumere: che nel passato c’erano meno casi, che gli italiani hanno imparato dagli stranieri. La prima è falsa. Basta consultare le statistiche e considerare anche che ancora oggi in molti paesi dove il femminismo che irrita Veneziani non è mai arrivato si usa mascherare l’omicidio di una donna con un suicidio. Di conseguenza è falsa anche la seconda. Se gli omicidi diminuiscono e l’immigrazione aumenta allora gli italiani avrebbero imparato a rispettare le donne dai “barbari”, non ad ucciderle. Ma quello che stupisce di più è che Veneziani non riesce a capire che “maschilismo” non è sinonimo di forza d’animo e vederlo rovesciare i ruoli di padroni e schiavi, potenti e deboli. Il genio scrive che questi uomini sono fragili e terrorizzati all’idea di rimanere soli. “Questo non è maschilismo ma infantilismo tragico, delirio puerile, la ferocia dei deboli”. E chi l’ha detto che il maschilismo non sia “infantilismo tragico”. È vero che i bambini distruggono l’oggetto del desiderio se non possono averlo tutto per se. Succede anche con i giocattoli. Che sono oggetti. Ora considerare le proprie compagne degli oggetti o tutt’al più degli animali domestici di cui poter disporre a piacimento può anche essere infantile. Ma è un infantilismo che riguarda solo i maschi. Altrimenti Veneziani ci dovrebbe spiegare l’incidenza statistica nulla dei casi in cui una donna uccide il partner o l’ex partner. Non che le donne non uccidano, ma se lo fanno uccidono il figlio. Che della famiglia è l’unico soggetto più debole della donna. Ora secondo l’illustre non è una questione di potere. Lo dimostra il fatto che questi uomini si ammazzano dopo aver ucciso. Secondo Veneziani il maschio si ucciderebbe perché la vita senza la donna amata non ha più senso. E sbaglia ancora. Il maschio si uccide perché non può convivere con l’idea di non riuscire a controllare tutto. Il maschio afferma il proprio potere come può. Michelina Ewa Wojcicka è stata uccisa da Vito Calefato perché aveva trovato un lavoro. Secondo Veneziani Vito sarebbe lo schiavo e Michelina la padrona. Eppure Michelina è stata uccisa semplicemente per il naturale desiderio di essere indipendente. Vito non era stato abbandonato. Semplicemente aveva perso il controllo della sua schiava. Se ci sono schiavi in queste storie infatti sono le donne. Veneziani rovescia a suo piacere il rapporto di schiavo e padrone. Dice che sentendosi dipendente dalla donna è l’uomo che è schiavo e quindi la uccide quando viene abbandonato. Ma voi avete mai visto uno schiavo che uccide il padrone perché se ne va e lo lascia solo? Non è piuttosto il padrone che uccide lo schiavo quando tenta di fuggire ed emanciparsi? E cosa c’è di più macho dell’idea che un uomo debba avere il controllo che altrimenti non è un uomo? E se non sei più un uomo che senso ha vivere ancora? Quando Veneziani descrive questi omicidi come la ferocia dei deboli dice una cosa vera, ma quel che è grave è che non si rende conto di portare acqua al mulino della tesi che vorrebbe contraddire. Ogni uomo usa il potere che ha. Qualcuno usa la pistola, qualcuno usa le mani, qualcun altro usa una spranga, ma c’è chi usa i soldi, i regali, le pellicce, chi usa un posto di lavoro, chi usa una promozione, chi un 30 e lode, chi una candidatura in parlamento, qualcuno invece uccide lo stesso ma con mezzi più sofisticati e riesce a non far ritrovare il corpo seppellendolo in qualche chiesa. Gli uomini da sempre utilizzano tutto ciò che hanno a disposizione per controllare e sottomettere le donne. Quello che non sopportano è che facciano da sé. E non lo sopporta neppure Veneziani che infatti dopo aver letto due articoli di due colleghe “femmine” si è sentito in dovere di scrivere contro “l’esercito di donne pubblicanti sui quotidiani d'impegno”.


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