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Il Ventennio breve di Renzi

Creato il 31 maggio 2014 da Albertocapece

images (10)Il tempo è relativo si sa e sei mesi di Renzi potrebbero anche sembrare un ennesimo Ventennio. Eppure nonostante il nauseante arrembaggio al carro del vincitore, il servo encomio dei media, la devastante confusione dei cittadini menati per il naso, non sono convinto che il guappo di Firenze avrà davanti due decenni di potere. In primo luogo perché la “straordinaria” vittoria è più che altro una leggenda, visto che in termini di voti Renzi ne ha presi molti di meno rispetto a quelli di Veltroni nel 2008 o dell’Ulivo nel 2006 (certo era una coalizione, ma successivamente mangiata dal Pd che aveva proprio questo scopo). Insomma i conti vengono fatti basandosi sulle aspettative di un successo modesto, probabilmente create ad arte e soprattutto senza l’oste dell’astensione che è stata altissima, tenendo anche conto dell’abbinamento delle europee a una vasta tornata amministrativa.

Ma ci sono anche altre considerazioni:  la vittoria è stata ottenuta sbancando gli alleati di centro destra e raccogliendo molti  dispersi di Forza Italia, quindi non rappresenta di per sé un aumento di consenso, ma una sua ridislocazione: la coalizione di governo non raggiunge il 46% dei votanti e dunque il 25% dell’elettorato. Un po’ poco per mettere mano a un rifacimento della Costituzione e per governare i futuri massacri sociali, però più che sufficiente a garantire la mutazione oligarchica grazie al terzo ramo del Parlamento, quello invisibile formato dalla troika. Ed è qui che si apre il problema perché l’Europa è ormai in stato confusionale: l’asse Berlino – Parigi è entrato definitivamente in crisi, la Gran Bretagna si prepara alla libera uscita, la penisola Iberica è in grande fermento e tuttavia la Germania e l”austerità che essa rappresenta non ne esce sconfitta grazie alle repubblichette marginali frettolosamente incorporate per permettere delocalizzazioni o per dare territorio missilistico alla Nato e all’Italia ormai nella sua fase masochista. Questo significa che niente è possibile: non solo una seria riforma dell’Unione che viene ingenuamente vagheggiata da qualcuno e volgarmente spacciata da qualcun altro, ma nemmeno un significativo alleggerimento degli obblighi pregressi.

La politica dei governatorati, inaugurata dalla troika con la crisi e l’assenza di significative resistenze nelle sinistre e socialdemocrazie tradizionali ha prodotto questo risultato: che ormai l’Europa o è quella che conosciamo oppure è destinata a disfarsi. In ogni caso ci saranno anni di confusione e di scontri nei quali l’Italia sarà l’unico Paese a schierarsi contro i propri interessi generali per favorire quelli della classe dirigente in un’ epoca del capitalismo in cui non esiste più una perfusione keynesiana tra le due cose o è ridotta al minimo. E’ dunque c’è anche la concreta possibilità che la luna di miele di Renzi, del resto studiata a tavolino nei suoi tempi con l’estromissione di Letta, vada incontro a una rapida obsolescenza, non foss’altro perché in questa situazione di grande instabilità il gattopardismo nazionale ha bisogno di sempre nuovi personaggi da bruciare nella fucina .

In attesa di vedere cosa succederà nei prossimi mesi , quando la mancia degli 80 euro si sarà rivelata come un semplice e ingannevole giro di cassa, è però necessario preparare un’alternativa politica senza cadere nell’alibi di un supposto ventennio propagandato proprio per sterilizzare le speranze e far confluire tutti nell’esistente.


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