Dopo un mese di test e robe serie ecco uno di quei post “scemi-seri”.
La scomparsa delle mezze stagioni ha elevato il ruolo del motociclista a quello di eroe: patisce freddo in inverno e caldo in estate. Parliamo quindi di come ci vestiamo.
Ieri mi sono imbattuto in un post di quelli seri su come affrontare il caldo in moto, questo è una analisi degli indumenti termici per caldo e freddo.
Come ogni passione che nasce prettamente maschile anche il motociclismo è pieno di indumenti tecnici.
E sono tutti indispensabili. Ogni tanto capita che non siano sovrapponibili e questo mette di fronte a scelte impossibili: prendo i boxer con i rinforzi sul culo o gli slip con la traspirazione per i maroni?
Il mio sogno è che, al momento dell’acquisto di un paio di mutande mi chiedano “lei che moto guida?”. Non posso credere che le vibrazioni e le sollecitazioni che crea il mio boxer bicilindrico siano uguali a quelle di un mono o di un tre o di un quattro cilindri. Esigo una biancheria che tenga conto del fatto che ho un bicilindrico e che riscalda meno, avendo una disposizione trasversale dei cilindri.
Rimaniamo sul primo strato di indumenti. Il motociclista vero li vuole traspiranti per il caldo e che tengano caldo per i mesi freddi. Però non li vuole perfetti, vuole che ci sia margine per sudare o patire freddo, in modo da poter rivendicare il suo essere motociclista vero quando si ferma al bar. Dalla serie “questi nuovi indumenti invernali sono eccezionali, adesso sono cianotico ma è perché oggi non sarebbe giorno da uscire, però cosa vuoi, la passione è passione” (a questa affermazione segue la ricerca di uno sguardo di ammirazione fra gli astanti). E cosa c’è di più bello che arrivare ad un distributore (notoriamente i luoghi più caldi del pianeta) togliersi il casco grondanti sudore e incrociare lo sguardo di un altro motociclista che sembra dirti “oggi in giro solo tu ed io, quelli veri per davvero” mentre entrambi ci si apre la giacca per ostentare la biancheria tecnica a nido d‘ape contro il caldo.
Quindi capite che se gli indumenti tecnici non sono perfetti è per via di una richiesta del mercato, non per la mancanza di tecnologia.
L’aspetto su cui gli indumenti tecnici sono perfetti è nel contenimento della panza, certo quando ci guardiamo allo specchio prima di mettere giacca e pantaloni abbiamo la stessa silhouette di Cattivik, ma appena indossato il tutto l’effetto è molto avvolgente, al limite del push-up.