Titolone a effetto, che ne dite?
A questo punto serve un’introduzione adeguata, perché stiamo entrando nell’oscuro baratro dell’ignoto (cit.), ai confini della realtà.
Dunque, partiamo esprimendo un dubbio: e se tra i tanti motivi economici/ideologici che hanno portato alla guerra in Iraq ce ne fosse uno molto più oscuro, sconosciuto e decisamente esoterico?
Da qualche anno c’è una teoria che circola negli ambienti complottistici più estremi. Il Governo Bush avrebbe forzato le tappe dell’invasione terrestre in Iraq anche per mettere le mani su un vero Stargate di origine sumera situato nel paese del fu Saddam Hussein.
Forte.
Intanto precisiamo: per Stargate – porta stellare – s’intende una qualunque tecnologia tanto avveniristica da essere in grado di collegare due luoghi molto lontani nel cosmo tramite un wormhole. Se preferite la descrizione più semplice, consideratelo un teletrasporto, un passaggio dimensionale simile a quello visto nel film di Roland Emmerich.
Tutto parte da pochi, semplici presupposti.
Innanzitutto la natura stessa dell’Iraq, un tempo culla di alcune delle civiltà più importanti del passato: sumeri, babilonesi, assiri. Inoltre proprio in Iraq veniva localizzato il Giardino dell’Eden, più precisamente nella pianura attraversata dal fiume Shatt al-’Arab, sepolto sotto decine di metri di sedimenti. Nello Shatt al-‘Arab oggi confluiscono due dei fiumi citati nella Genesi: il Tigri e l’Eufrate.
Sempre in Iraq hanno origine alcune delle più note teorie complottiste riguardanti gli alieni che avrebbero guidato e istruito alcuni degli antichi popoli citati poco fa. Stiamo parlando – fate un bel respiro – degli Annunaki.
No, non vi ammorberò con altre strampalate teorie su queste fantomatiche creature.
Restiamo sul pezzo: uno dei artefatti lasciati in Mesopotamia dagli Annunaki sarebbe proprio uno Stargate funzionante.
Detta così sembra la trama di un interessante romanzo di fantascienza.
Però noi abbiamo alcuni fatti da citare. In primis lo scienziato australiano Michael Salla, che dal 1993 si occupa di studi sulla cosiddetta archeologia eretica. Uno dei tanti cospirazionisti da strapazzo? Non proprio, visto che Salla ha collaborato con importanti associazioni, in particolare con il Department of Political Science at Australian National University di Canberra e la School of International Service nell’American University di Washington DC.
Secondo Salla gli artefatti tecnologici Annunaki sarebbero da anni nel mirino di archeologi militari di quattro paesi specifici: Stati Uniti, Russia, Francia e Germania. Non è Salla a riconoscere o meno l’esistenza di queste reliquie, badate bene. Lui dice soltanto di avere le prove che i sopracitati paesi sono effettivamente alla ricerca della tecnologia aliena nascosta sul nostro pianeta.
Poco prima della seconda Guerra del Golfo, Saddam Hussein sarebbe stato sul punto di concedere il permesso di ricerca in territorio iracheno ai team russi e francesi. Questo in cambio di un disperato appoggio diplomatico per tentare di dissuadere l’invasione americana.
Purtroppo per Saddam gli eventi precipitarono in fretta e la guerra scoppiò, inevitabile. Al che sarebbe entrata in gioco l’unità archeologica segreta statunitense, la Task Force 20. Accompagnata da alcuni uomini dei corpi speciali, la Task Force avrebbe cercato lo Stargate in quattro specifiche località:
- In un’antica cripta sotto lo ziggurat sumero di Dur Kurigalzu, vicino a Baghdad.
- Nel cosiddetto ziggurat nero di Enzu, situato nella valle di as-Zab as-Saghir, dove un tempo viveva Gimil-Ishbi, uno stregone sumero del 3000 A.C.
- Sotto l’antica fortezza di Qalaat-e-Julundi, a nord di Mosul.
- Nella presunta base segreta sotterranea di Saddam Hussein, Al-Ouja, a tre chilometri nord da Tikrit, dove tra l’altro già nel 1998 c’erano state voci di un velivolo extraterrestre abbattutosi (o forse abbattuto?) in zona.
I risultati delle ricerche della Task Force 20 non sono noti.
Il dottor Salla non ha più aggiornato le sue ricerche in merito.
Tutto ciò che resta è questa teoria del complotto. Affascinante, lo ammetterete.
Chissà…
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(A.G. – Follow me on Twitter)