I Paesi dell’Africa Orientale riuniti a Dar Es Salam, in Tanzania, per un vertice sulla crisi in corso in Burundi, hanno chiesto al governo di Bujumbura di rinviare le elezioni legislative e presidenziali di almeno un mese e mezzo.
Nel documento conclusivo, che contiene la raccomandazione firmata dai presidenti di Uganda, Tanzania, Kenya e Sud Africa, non viene citata direttamente la questione del terzo mandato del presidente Pierre Nkurunziza, all’origine delle proteste che agitano il paese da settimane e costate la vita ad oltre una trentina di persone.
I paesi presenti all’incontro chiedono inoltre “il disarmo di tutte le milizie” e “la creazione di condizioni che consentano il ritorno dei rifugiati”. Sono circa 90.000, infatti, i burundesi fuggiti nei paesi vicini dall’inizio della crisi – il 13 maggio a Bujumbura è stato sventato un colpo di stato – per timore di violenze e ripercussioni.
Alla stampa internazionale, il portavoce dell’esecutivo burundese Philippe Nzobonariba ha detto che “il governo è aperto all’idea di rinviare il voto”, sottolineando che il vertice non ha fatto alcun riferimento alla candidatura del presidente che, pertanto, le autorità considerano “una questione chiusa”.
Disappunto, su questo argomento è stato espresso da vari esponenti dell’opposizione. Fonti della MISNA contattate a Bujumbura riferiscono che “l’opposizione si aspettava qualcosa di più dal vertice. Forse c’è stata un po’ di delusione, ma non per questo le proteste si fermeranno, anzi i manifestanti promettono che riusciranno a portare in piazza più gente di prima”.
“Non abbiamo fatto tutto questo per ottenere un rinvio del voto di un mese e mezzo” ha detto Pacifique Nininahazwe, uno dei leader della protesta. “continueremo a scendere in piazza fino a quando Nkurunziza non farà un passo indietro”.(Fonte MISNA)
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
Nella foto in alto il panorama di Bujumbura,capitale del Burundi.
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