Ricordatevi di santificare le feste. L’arcivescovo di Alessandria, Giuseppe Versaldi, interviene nel dibattito sull’apertura domenicale dei negozi, frutto della liberalizzazione di orari e giorni della settimana. Versaldi, da pastore cristiano difende la domenica, come giorno del Signore e come momento della settimana di astensione dal lavoro. Consapevole dei tempi che cambiano e delle esigenze economiche degli alessandrini, il presule invita i “veri credenti” a rispettare la domenica e ribadisce la sua contrarietà allo shopping nel settimo giorno.
“Ritengo opportuno far sentire anche la voce della Chiesa a proposito della apertura dei negozi nei giorni di festa in quanto tocca un aspetto importante della vita umana. Per i cristiani la domenica, per la sua stessa etimologia, è il “giorno del Signore”, che ricorda la Risurrezione di Cristo come vittoria sul male e sulla morte. Per questo i cristiani fanno festa. Ed è anche noto che implica anche l’astensione dal lavoro sia come necessario riposo dalle fatiche della settimana lavorativa sia come occasione per stare insieme agli altri in una dimensione di fraternità e solidarietà”.
Giuseppe Versaldi, nell’intervento scritto che verrà pubblicato sul settimanale della Diocesi, considera le ragioni del commercio a tutti i costi, ma nonostante ciò “ribadisco il richiamo ai suoi fedeli per il rispetto delle festività come valore umano e cristiano che è ben superiore a tutte le esigenze di una società consumistica. Non si tratta di opporsi a delle leggi di liberalizzazione del mercato, ma di testimoniare quei valori in cui i cristiani credono anche in una società secolarizzata”.
In altre parole il credente, dovrebbe dare prova di coerenza “anche a costo di sacrifici e rinunce personali”. Se la legge “terrena” dà la possibilità di lavorare la domenica “nulla impedisce ai cristiani di non aderire a questa possibilità”.
Versaldi richiama “all’ordine” le pecorelle: “La società consumistica e secolarizzata ha messo al primo posto il denaro ed il profitto spingendo ad una vita di sprechi e di consumi inutili ingannando soprattutto i giovani con il mito di un progresso materiale infinito”.
E conclude, nel suo intervento: “Faccio pertanto appello ai veri credenti in Cristo ad essere coerenti con la loro fede così da rendere la festa un giorno di culto al loro Dio e di carità verso il prossimo, evitando di lasciarsi trascinare dalla mentalità mondana. Senza fare polemiche o imporre nulla agli altri, i cristiani ricomincino a rendersi visibili nella società con i loro comportamenti coerenti, pagando il prezzo della diversità per indicare un modo più umano di vivere il lavoro e la festa secondo una tradizione da rivalutare in positivo”.
Sondaggio. I lettori de lapulceonline.it , chiamati ad esprimersi proprio sull’apertura domenicale (e nei dì di festa) dei negozi hanno risposto in maggioranza non schiacciante (33%) che è “una necessità dettata dai tempi”; il 28% crede che sia comunque una “resa” al business e al consumismo, mentre il 7% la considera una scelta obbligata per contrastare la concorrenza dell’Outlet di Serravalle Scrivia. Alcuni, però, hanno sottolineato che i negozi andrebbero aperti solo con eventi in città. “Un danno per le commesse. Domeniche non pagate né recuperate”, si lamenta un lettore, che evidentemente conosce bene l’altra faccia della comodità di poter fare acquisti la domenica.
