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Il viaggio di Arlo di Peter Sohn: la recensione

Creato il 25 novembre 2015 da Ussy77 @xunpugnodifilm

il-viaggio-di-arlo-poster-italiano-717x1024Troppo semplice per accattivare

Pellicola di contorno dell’universo Disney-Pixar, Il viaggio di Arlo non è entusiasmante. Emozioni con il contagocce e umorismo latitante fanno pensare che si sia fatto un passo indietro. E se fosse un passo in un’altra direzione?

Arlo è un giovanissimo brontosauro impaurito da qualsiasi cosa. Il padre è un agricoltore e nota che suo figlio incontra delle enormi difficoltà anche nelle cose più semplici. Un giorno lo incarica di un compito importante: stanare il “parassita” che si intrufola nel loro silos e mangia l’intera scorta invernale. Il “ladro” è un piccolo umano di nome Spot e, una volta scovato, Arlo non ha il coraggio di ucciderlo e lo lascia andare. Padre e figlio si mettono sulle tracce di Spot, ma infuria una tremenda tempesta, che uccide il genitore. Arlo è distrutto e incontra nuovamente Spot, lo rincorre ma finisce in un fiume, che lo porta molto lontano da casa.

La Disney-Pixar consegna al pubblico il film natalizio in anticipo e già dalle prime battute si assapora aria di progetto destinato esclusivamente a un pubblico molto più giovane. Difatti se la rivoluzione animata ha, ambiziosamente, abbracciato il grande pubblico, Il viaggio di Arlo pare fare un passo indietro. Sono importanti i valori messi in gioco (il ritorno a casa come superamento delle proprie paure e metaforico percorso di maturazione, la famiglia, l’amicizia e il sacrificio) nel film diretto da Peter Sohn, eppure si ha la costante sensazione che qualcosa non giri alla perfezione e che, per costruire adeguatamente l’intero progetto, sia stato necessario pescare le situazioni più coinvolgenti da altre pellicole. Difatti la dipartita del padre di Arlo ricorda istantaneamente la morte di Mufasa ne Il re leone e il trio di tirannosauri “masnadieri” in un far west preistorico riporta alla mente il gruppo di squali de Alla ricerca di Nemo.

Pellicola che riscrive la preistoria (il meteorite non colpisce la Terra, ma gli passa molto vicino), Il viaggio di Arlo non coinvolge pienamente, si fa commovente a sprazzi e si dimentica di far sorridere. I dinosauri antropomorfi, che coltivano la terra e si occupano della mandria, sono ideali veicoli di valori riconoscibili e apprezzabili, tuttavia la narrazione è lenta e macchinosa, mentre l’animazione si prende l’onere di ammaliare soprattutto gli spettatori più piccoli.

Insomma Il viaggio di Arlo sembra decisamente un prodotto con poco carattere, che ostenta il lieto fine e sottolinea a più riprese l’importanza di una famiglia a cui affidarsi. Un film che appare come una semplicistica e convenzionale animazione per bambini, priva di rilevanti invenzioni dal punto di vista narrativo e visivo.

Uscita al cinema: 25 novembre 2015

Voto: **1/2


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