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Il viaggio e i viaggiatori secondo Pessoa passando per San Felice
Creato il 05 agosto 2014 da Giuseppe Melillo @giuseppemelilloI viaggi sono i viaggiatori.
Ciò che vediamo non è ciò che vediamo, ma ciò che siamo. È in noi che i paesaggi hanno paesaggio.
Perciò se li immagino li creo; se li creo esistono; se esistono li vedo.
FernandoPessoa
da: Il libro dell'inquietudine
A San Felice si decise che la successiva notte di luna piena avrebbero organizzato una festa. Chiamarono l'uomo delle luminarie che viveva nel paese di Grassano, tre colline dopo San Felice e fecero montare un arco e centinaia di lampadine. Quando l'uomo delle luminarie accese tutte le luci, San Felice e il suo cielo stellato non erano mai stati così uguali come quella volta. Si preparò la musica e chiunque sapesse suonare si sentì in obbligo di suonare. Si formò, così, una jam session che avrebbe fatto invidia al Minton's Playhouse di New York. Strumenti e musiche lontane tra loro suonarono una musica indefinita. Il bello è che a ognuno pareva di ascoltare un ritmo diverso. Chi fu presente raccontò di una musica che non proveniva da nessuno strumento. Sembrava venire dai girasoli spogliati di foglie e dai semi maturi. Oppure dagli ulivi in fondo a San Felice. Altri dissero che la musica provenisse direttamente dai boschi intorno. Altri ancora che fosse lo spirito del grano appena mietuto a intonare le sue musiche di fertilità e augurio. Intanto la luna si era vestita di rosso e con andare lieve faceva il suo ingresso. Si era ammantata di rosso, in fondo la festa era dedicata a lei. E si ballava, e si beveva, qualcuno faceva l'amore. Nessuno però parlava. A San Felice c'era solo il suono della musica. Intanto, nello stesso momento, a San Lorenzo,
dall'altra parte della luna,
Si suonava e si ballava la stessa musica. Non si capisce come, ma artisti di strada, di passaggio da quelle parti, si fermarono e intonarono quella stessa musica che si suonava nella lontana San Felice. La musica continuò fino a che la luna si alzò in alto e si svestì dal rosso. In quel momento, anche a San Felice si fermò la musica e si spensero le luci. I cani in lontananza ritornarono ad abbaiare e il cielo riprese il suo posto.
Da: Le voci di San Felice
Alcune foto scattate nei 30 giorni nell'isola di San Felice.
P.S.: non la troverete su nessuna mappa cartacea nè satellitare. Ma vi assicuro che esiste!
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