Magazine Attualità

IL VIAGGIO VERSO LA CIVILTA’ DI ANDREA ARCA #PoesiaeVita #zero15

Creato il 16 settembre 2015 da Albertomax @albertomassazza

minotauro

Nelle immense praterie eurasiatiche, per un imperscrutabile disegno del demiurgo, il gelo arretrava a vista d’occhio. Il mastodontico elefante peloso si trovò stretto tra l’incudine di un habitat sempre più ridotto e il martello dell’ex scimmia ripudiata Andrea Arca, ormai divenuto efficientissimo e spietato nella caccia. Da tempo immemorabile, il mammuth era una provvista di carne garantita per la tribù dell’ingombrante bipede parassita e i persistenti geli ne avevano consentito a lungo la conservazione. Stretto in questa morsa, il destino del mite gigante peloso era inderogabilmente segnato. Andrea Arca venne così costretto a cambiare radicalmente la propria dieta, rispolverando l’ancestrale attività della raccolta. La sua esistenza, non più funzionale ai grandi spostamenti del mammuth, si fece più stanziale, prediligendo i luoghi in cui era più generosa la natura. Andrea Arca si rese conto che laddove sputava i semi delle bacche e dei frutti selvatici, si compiva abbondante il miracolo della spontanea generazione di quelle stesse piante che gli offrivano quel frugale sostentamento. In principio, si limitò a favorire quel miracolo, facendo dei terreni più idonei i luoghi deputati alla raccolta dei fecondi rifiuti vegetali dei suoi parchi pasti. In seguito, prese a lavorare quei terreni, rendendoli sempre più adatti ad accogliere il miracolo. Andrea Arca vide che così facendo, la spontanea generazione ne beneficiava in qualità e quantità. Attorno a quei campi nacquero insediamenti più evoluti; case di pietra e di mattoni di fango presero il posto delle misere capanne e delle grotte anguste; città ben strutturate sostituirono i miseri villaggi. L’economia di sussistenza della tribù, fondata sulla solidarietà dei membri, non era più adatta alle complesse comunità cittadine. La differenziazione del lavoro e la proprietà dei singoli divennero gli idoli ai quali immolare i valori della cooperazione tribale. Gli esclusi, coloro che vivevano fuori dalle città, per fame o per invidia, si fecero razziatori. Fu così che gli uomini, dopo millenni e millenni passati a saccheggiare e sfruttare la natura, iniziarono a saccheggiare e sfruttare i loro simili.



Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog