Questi pazienti hanno iniziato ad assumere il viagra 3 giorni prima dell’inizio del trattamento ed hanno continuato l’assunzione anche nei 6 mesi successivi alla terapia. Solo chi mostrava di averne bisogno, ha prolungato ulteriormente questa assunzione. I pazienti sono stati poi seguiti a intervalli di 3 mesi per un anno e poi dopo 18 e 24 mesi. Sono stati monitorati in totale 295 pazienti. I 31 che avevano ricevuto un breve ciclo di ADT non hanno mostrato alcun miglioramento significativo. Quelli sottoposti a radioterapia, invece, presentavano un significativo miglioramento della loro funzione erettile rispetto a coloro che non avevano assunto il viagra. Il motivo per cui sorgono problemi di disfunzione erettile dopo la radioterapia non è ancora chiaro. Potrebbero essere causati da un danno vascolare o da lesioni neurali e strutturali. Anche ADT causa la disfunzione erettile.
L’età avanzata, la comorbilità ed i problemi del basso tratto urinario contribuiscono a favorire l’insorgenza di questa patologia. Gli stessi risultati non sono stati ottenuti nei pazienti sottoposti a prostatectomia radicale. Gli inibitori della PDE5 probabilmente aiutano a preservare la funzione erettile in quanto favoriscono la protezione vascolare ed una migliore ossigenazione dei corpi cavernosi, riducendo così il rischio di fibrosi cavernosa. Anche meccanismi neuroprotettivi e rigenerativi potrebbero essere innescati da questo farmaco.