Magazine Pari Opportunità

Il vibratore rosa

Da Marypinagiuliaalessiafabiana

Sono due versioni dello spot di Desigual che si introduce con l’hashtag #falloalmattino, rivolgendosi ad un pubblico femminile. Ho visto lo spot sul web e mi ha dato un’impressione positiva: qui la donna non appare come un oggetto ma ha una sessualità attiva, felice, vive il corpo con naturalezza (anche se i canoni estetici sono imposti), appare emancipata, esce di casa lasciando il compagno a casa (anche con i bambini). Ciò non significa che lo spot è perfetto: ad esempio, solo le donne single possono usare il vibratore. Pare che per le donne sposate o fidanzate ci sia solo la possibilità di condividere la sessualità con i propri compagni. Insomma, lo spot restituisce ancora l’idea di sessualità femminile all’interno della dimensione di coppia.

Tuttavia, lo spot nella versione integrale non è offensivo della dignità femminile soprattutto se paragonato con quello che passa in televisione, che veicola l’idea di corpi senza desiderio. E’ uno spot che inserito nel panorama italiano con i suoi tabù sessuali e pregiudizi sulla sessualità femminile è rivoluzionario.

La cosa gravissima è che la tv italiana ha tagliato molte cose: via il vibratore rosa, via i capezzoli femminili, via le mutande con la scritta “sex” e tutti i riferimenti al sesso. Insomma, ancora una volta ci troviamo ad affrontare problemi che vanno oltre ai difettucci dello spot: la cultura italiana. Infatti lo spot non è italiano, ma nelle nostre reti televisive, a quanto pare, non possono andare in onda riferimenti alla masturbazione femminile e alla sessualità libera di una donna, perché ciò non è accettato dalla mentalità sessuofoba e anche sessista del nostro paese, dove le donne devono condividere la propria sessualità solo all’interno della coppia e dove l’autodeterminazione dei nostri corpi viene negata totalmente.

Eppure la televisione fa passare messaggi anche peggiori. L’importante è non veicolare l’idea che le donne hanno la possibilità di esprimere il proprio piacere autonomamente, fine a se stesso. Per questo l’immagine della donna-oggetto è tollerata. Se la donna non può esprimere la propria sessualità autonomamente diventa oggetto del desiderio altrui, come nel 90% degli spot che vanno in onda nelle reti televisive italiane, sulle nostre strade e nei programmi televisivi.

Dunque, le donne possono essere sexy, ma solo gli uomini devono avere desideri sessuali masturbatori guardandole. Infatti, le migliaia di immagini femminili in televisione sono fatte per indurre alla masturbazione maschile. Gli spot che presentano immagini di donne-oggetto non presentano quasi mai uomini che guardano eccitati non per tabù ma per il fatto che nell’immaginario della nostra cultura l’uomo è sessualità senza corpo. Le allusioni masturbatorie però sono evidenti. Questo è un aspetto che rivela la disparità tra uomo e donne nella gestione della propria sessualità, perché masturbarsi per una donna in Italia viene ancora visto come un peccato.  Non è raro, infatti, assistere ai risolini dei ragazzi quando cercano di imbarazzare le coetanee chiedendo se loro si masturbano e non è nemmeno raro leggere i commenti offensivi che si sprecano sui social network contro le donne che praticano l’autoerotismo, zoccole per molti (o al massimo sfigate) perché certe cose si devono fare per amore o condividere con un uomo.

Lo spot tagliato in questo modo rivela quindi le credenze del nostro paese che cancellano l’autoerotismo femminile, ancora oggi condannato.



Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :