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Il vice dell’Economia: “Il cuore lo abbiamo pure noi”. Come il Giudice di De Andrè.

Creato il 11 maggio 2012 da Massimoconsorti @massimoconsorti

Il vice dell’Economia: “Il cuore lo abbiamo pure noi”. Come il Giudice di De Andrè.

Mica solo in Ucraina...

Corrado Passera, la cui forza sta tutta nel nome, l’ha detto chiaro e tondo, “La metà della popolazione è a rischio default, fra disoccupati, cassintegrati, esodati, coloro che hanno smesso di cercare lavoro e pensionati a bassissimo reddito, l’Italiaè un paese ad alto rischio sociale”. Nelle stesse ore sora Elsa ministra del Welfare diceva: “La riforma delle pensioni è stata durissima, questo il governo lo sa”. Ha parlato anche Renato Balduzzi, il ministro della Salute che ha dichiarato: “Chi è forte può stringere la cinghia, chi è debole, invece, ha bisogno della rete”. Come se si trattasse di strategia mediatica concordata, il viceministro dell’Economia, Vittorio Grilli, dice: “C’è bisogno di una riduzione del peso fiscale. Il peso fiscale alto non può essere un motore per la crescita”. Lette tutte le dichiarazioni fatte in queste ore dai tecnocrati del Professore ci siamo detti: “Ma questi, stanno al governo o fanno parte dell’opposizione?”. No, perché a noi sembra un po’ schizofrenico che chi è in grado di prendere decisioni parli come se a prenderle dovessero essere altri. Ma c’è un viceministro che ci ha commosso più di tutti, quello dell’Economia. Grilli ha detto: “Un cuore ce l’abbiamo anche noi, che credete!”. E noi ci crediamo, anche se di botto c’è tornata in mente Il Giudice, mitica ballata di Faber tratta da Masters, che ci ha ricordato che il cuore può stare dappertutto, dipende dall’altezza. Intanto ieri, Arcangelo Arpino, un imprenditore di 63 anni di Vico Equense, si è sparato un colpo alla testa sul piazzale del santuario di Pompei. Ha lasciato tre lettere, in una accusava Equitalia di aver contribuito ad aggravare i problemi economici della sua impresa edile. Giuseppe Rennola, 46 anni di Molfetta, si è ucciso nella campagna tra la sua città e Terlizzi. Non riusciva a incassare i soldi che gli dovevano gli enti locali e le banche si erano rifiutate di fargli un prestito. È la settima vittima pugliese. La Confindustria locale, che teme una moria di tesserati, ha deciso di attivare un numero verde contro i suicidi, riceve quaranta telefonate al giorno. C’è da dire che anche l’imprenditore siciliano Bernardo Provenzano ha tentato il suicidio in cella. Ma, sentito a tal proposito, il direttore del carcere ha detto: “Tranquilli, è stata tutta una messa in scena, voleva anche lui un po’ di solidarietà dalla Confindustria”. A Silvio, invece, lo hanno premiato. Proprio così, gli hanno consegnato il Premio Guido Carli e il fatto che lo abbiano dato anche a Vittorio Feltri, la dice lunga su come vengano sputtanati personaggi che in qualche modo, hanno contribuito a far grande questo paese. Nel corso del suo intervento di ringraziamento, Silvio ha detto: “Il paese è ingovernabile, noi staremo con Monti fino al 2013, purché Monti non stravolga il programma elettorale del Pdl”. Quale sia il programma del Pdl nessuno lo sa né, crediamo, Monti lo possa inventare di sana pianta e in poche ore. Quello che sappiamo di certo è che si basa soprattutto sull’eliminazione fisica delle toghe rosse, sulla legalizzazione della corruzione e del peculato, sul finanziamento pubblico delle feste eleganti: i poveracci tali sono e tali resteranno. Timida apertura di PiergigiBersani al Movimento 5 stelle: “Grillo non è antipolitica ma una sfida, noi l’accettiamo”. Se questa non è una dichiarazione d’intenti diteci voi cos’è. Perfino quelli del Pd, lenti e flemmatici come bradipi, si sono resi conto che Grillo sta iniziando ad assumere un peso specifico politico non indifferente e che forse, alla fine, vale la pena dialogarci. Basterebbe iniziare con una dichiarazione: “Da domani in poi nessun indagato né condannato in primo grado né inquisito può essere candidato e se dovesse accadere nel corso del mandato, dovrà dimettersi”. Vuoi vedere, caro Bersani che questa potrebbe essere una buona base di dialogo? Ma la vediamo dura. Nel Pd ci sono personaggi come Luciano Violante che la pensano in modo totalmente diverso e come Anna Finocchiaro, prima firmataria della nuova legge sulla corruzione, che solo dopo averla firmata si è resa conto che stava facendo un favore a Silvio. E poi c’è sempre Massimo D’Alema, innamorato cotto di PierfyCasini, orgoglioso del recente titolo nobiliare papale acquisito, che è contro, da sempre, a chi dice la parola “cazzo” in pubblico. Mario Monti ha inviato una lettera struggente al Colle. Al padre di tutti gli italiani ha scritto: “Papà tranquillo, l’Italia ce la farà”. Giorgio ha sorriso, ha stretto la bandiera, preso un caffè e... “Con viva e vibrante soddisfazione...”.

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