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Il video

Da Nubifragi82 @nubifragi

Simone osserva il suo volto riflesso nello schermo e pensa che il suo tablet ha due grandi difetti: la luminosità e la velocità di download. Passi il fastidioso riflesso (la sua faccia, del resto, la deve sopportare ogni mattina), ma quella lentezza cosmica nel caricare i video proprio no.

“Insomma, mi vuoi dire se ti è piaciuto il concerto?” chiede Luca.

“Un attimo!” Simone è seduto con la gamba destra accavallata sopra la sinistra. Quest’ultima freme e si dimena in un tremolio nevrotico e veloce che costringe al movimento anche l’incolpevole gamba destra.

“Si va beh, ascolta un pò, puoi anche raccontare a parole, non c’è bisogno che facciamo le radici.”

“Ti dico di aspettare! E un attimo, cazzo!” Così dicendo, Simone volge lo sguardo verso l’amico. Un’occhiata rapida, quanto basta a Luca per leggere negli occhi arrossati di Simone il malcelato nervosismo a cui il disguido tecnologico lo sta portando. Luca si guarda attorno e cerca un appiglio, un elemento qualunque nel paesaggio a cui aggrapparsi per uscire da quella situazione noiosa. Ma non trova nulla e poi, pensa, non sarebbe nemmeno garbato allontanarsi senza aver dato soddisfazione a questo disgraziato. Allora inspira aria e successivamente la emette in una maniera che rimane indistinta tra lo sbuffo e il sospiro. Infine si lascia cadere al fianco di Simone.

“Merda merda merda! Aggeggio del cazzo, non serve a una fava! Qualche giorno mi voglio togliere la soddisfazione di sbatterlo contro un muro!”

“Mah, se proprio devi, conserva almeno quel briciolo di lucidità per darmi uno squillo un attimo prima. Lo prendo volentieri io. Del cazzo o no, a me può sempre servire.” Ma Simone non è in vena di sarcasmi. Azzanna la pelle morta attorno all’unghia del pollice destro con la ferocia di una tigre. Gli occhi sono fissi sullo schermo ma non puntano costantemente lo stesso obiettivo: a volte è un brufolo sopra l’arcata sopraccigliare sinistra, a volte la quasi impercettibile peluria sullo zigomo destro, a volte semplicemente quel cerchietto rosso sul cui perimetro corre qualcosa che si può paragonare alla sua crescente nevrosi.

Luca osserva un passerotto zampettare a pochi metri da loro. Per qualche decina di secondo l’animale cattura la sua attenzione, poi se ne vola via e porta con sé l’unica distrazione che Luca aveva per non pensare a quanto tempo stia inutilmente perdendo. No, così è troppo, pensa. Lascia cadere le mani a peso morto sulle ginocchia e dice, guardandosi le scarpe:

“Ascolta, Simo, non so se hai capito che quell’affare ora non ha alcuna intenzione di caricare il tuo video. E del resto, se proprio devo dirlo, non caricando il video mi sta facendo un favore.”

“E perchè?” risponde  Simone piccato, senza però staccare lo sguardo dallo schermo.

“Perchè, capiscimi, io ti ho solamente chiesto com’è andato il concerto, niente di più.”

“Ecco, appunto. Stavo caricando il video che ho fatto….”

Luca lo interruppe sovrastandolo nella voce e nella gestualità. Allarga le bracce ed esclama con tono enfatico “No, no e no! Allora, ti ripeto, non mi frega un cazzo del tuo video. Se vado su internet trovo qualsiasi cosa riguardante quel gruppo lì che manco mi piace. Forse, senza esagerare, si trova perfino una radiografia del sedere del cantante, a cercare a fondo. Puoi dirmi, gentilmente, una tua impressione su questo concerto?”

“E che ti devo dire?”

“Mah, non so, ti è piaciuto?”

“Si, certo. Sai bene, è uno dei miei gruppi preferiti”

“Che canzoni hanno fatto? Hanno suonato Believe in rock? E’ una delle poche che mi piace.”

Simone alza lo sguardo e osserva un albero cercandovi la risposta alla domanda, ma per quanto osservi distintamente ogni foglia, non riesce  a trovare né un si né un no. Com’è possibile, si chiede, che non riesca a ricordare se han fatto Believe in rock?”

“Allora? L’han suonata o no?”

“Si… si, l’han suonata…”

“E Mountains of love?”

Simone cambia musa per la sua concentrazione, ma il tombino alla sua destra non ha più risposte dell’albero in precedenza. Incredibile davvero. Nemmeno di questa canzone si ricorda. A dire il vero, ora che ci pensa, non si ricorda nemmeno una canzone suonata al concerto. E’ spaesato, non sa che dire “Non me lo ricordo, a dire il vero…Non ricordo molto, se devo essere sincero…”

“Ma eri ubriaco?”

“Macchè ubriaco.”

“Eri lontano dal palco?”

“Assolutamente, non più di dieci metri.”

“Allora eri vicino. Com’era vestito il cantante? Di solito per i live utilizza travestimenti piuttosto stravaganti, no?”

Simone è ormai in preda al panico. Non ha nessuna risposta, è come se a quel concerto non fosse mai andato. Perchè non ricorda nulla? Perchè nessuna immagine si è impressa nella sua mente?

Luca incalza “Insomma non ricordi nulla. Bel modo di spendere 40 euro.”

“Se solo sto affare di merda caricasse il video! Ho filmato tutto, dall’inizio alla fine.”

“E per filmare tutto non hai visto un bel niente” ribatte Luca con fare risolutivo. Si alza con lo slancio sicuro di chi sa di aver fissato l’ultima parola e stira le braccia. Poi si volta verso Simone, rimasto ammutolito e dice “Ascolta un consiglio: la prossima volta che vai ad un concerto lascia stare il tablet. Il concerto era ieri sera, se vai su YouTube oggi ci saranno già migliaia di video di stronzi come te che si son fatti venire l’artrite al braccio destro per fare orribili filmati che nessuno, giustamente, si prenderà la briga di guardare. Ci vediamo più tardi, vado a casa.” E così dicendo saluta il povero Simone, quanto mai solo nella sua misera constatazione di stupidità. Ora è tutto chiaro: non ricorda nulla perchè, in realtà, non ha visto nulla. Troppa era l’attenzione verso il tablet e la giusta inquadratura, un’attenzione maniacale, quasi come se quell’oggetto fosse lui stesso o, meglio, qualcosa di più importante ancora. Già, proprio così, si era ridotto ad essere un supporto di un oggetto, uno scalino o un treppiedi la cui unica importanza è permettere di vedere meglio a qualcuno o qualcosa d’altro. Se Luca non gli avesse fatto quelle domande, non si sarebbe nemmeno accorto di non aver visto e sentito nulla. Il mezzo, il video, è l’unica cosa importante. Il contenuto, il concerto, al suo confronto perde ogni importanza. Sono dunque filmo, pensa ora Luca.

Il tablet non carica, la gamba sinistra freme con sempre maggiore insistenza nel tentativo di scaricare il nervosismo. E’ l’unico download che funziona davvero.



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