Basta girare lo sguardo altrove, lontano dagli stadi brasiliani (uno qualsiasi) per vedere scenari molto simili alla guerriglia urbana o alle proteste vibranti.
In alcuni casi questi sono partoriti da una sofferenza presente da tempo nella pancia dei brasiliani: povertà estrema e sfarzo difficilmente possono coesistere. Sono le due realtà contrastanti del Mondiale più caro di sempre. In altri casi, però, protesta e manifestazioni non c’entrano. Più che altro, c’entra il vandalismo. Voglia di fare danni, per intenderci meglio: il video dei 100 tifosi del Cile che devastano la sala stampa inizia a fare il giro del mondo.
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Mi riferisco ai momenti precedenti la sfida tra Spagna e Cile, giocata al Maracanà, lo stadio della finale del prossimo 13 luglio. Ebbene, un centinaio di tifosi sono entrati in una sala stampa dello stadio, prendendo di mira alcuni giornalisti presenti e creando vero scompiglio. Chi ne esce più danneggiato? La figuraccia è del sistema di sicurezza: le forze di polizia sono intervenute con un ritardo tanto estremo da richiedere l’intervento degli steward per contenere la situazione.