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Il vino del mio vicino

Da Marco1965_98 @foodstoriestwit
Insiste ogni volta che vado a trovarla, la signora Franca mi sommerge di cose semplici con la tenerezza della vecchina delle fiabe, uova fresche, conserve, e il vino di suo figlio..
La figurina tutta imbacuccata si cala nella piccola cave sotto sotto-casa, il fondo di terra battuta, i portanti spessi, i tini asciutti, il fresco che non e' freddo. Li e' il tesoro, al di là della degustazione formale, li' sta il tesoro: il tesoro di questi colli, il profumo della malvasia, la fatica e l'esperienza antica e nuova di famiglie fatte di umiltà, testardaggini, instancabili sfide contadine con la natura, inverni gelidi ed estati torride, piogge torrenziali, campi, frane e fossi da mantenere e poi raccolti, vendemmie, polli, oche e conigli sodi e qualche lepre e fagiano e maialino selvatico ;) insomma amore e fiele, "lacrime e brividi" come si canta oggi tra Correggio e il mondo..
Insomma ogni volta che la vado a trovare la signora Franca mi piazza tra le braccia tutte le bottiglie che ci stanno del vino del suo Angelo, quel bianc e quel ruus... Lei e' un mucchietto di ben piu' che ottuagenarie ossicine che ti chiedi come fa a star tutto l'inverno nel suo cantuccio in mezzo alle vigne da quel lontano giorno del secolo scorso in cui lascio' la casupola dei suoi per la casupola che da allora abita ancora qui..
Il figliolo sarà un uomo che incontri nei campi, ma anche in paese, di quelli senza età... Tutti gli anni con diligenza lenta e collaudata, gli stessi gesti, gli stessi passaggi imparati da bambino e aggiustati, affinati più delle botti, dalle sue vigne che non saran del tutto biologiche (per le uve bio aspetto fiduciosa l'intervento del nipote...) tira fuori un rosso, percentuale variabile di barbera e croatina, e una malvasia dolce.
Oggi ho stappato il rosso: un tappo di sughero di qualità (fin troppo se penso che il tutto si beve giusto giusto fino a che vien pronto il nuovo) di colore un bel rosso rubino vivace, che con la limpidezza anticipa l'aspettativa sul carattere di certo beverino.. Si si ok mi aspetto tutto quello che arriva anche al naso nel ricordo fin troppo recente di una giornata di vendemmia o che sembra di stare sotto una pergola di uva fragola, ma e' la fragranza di questi aromi a sorprendere ogni volta: ricordo bel netto di acini appena raccolti, ma anche di frutti selvatici rossi, dolci e maturi, come quando oltre che in vigna si va a raccoglier more nelle siepi li intorno o scovare le fragoline ai bordi del bosco lungo il rio Carona.. Bravo signor Angelo, oggi gli amici del vino web 2.0 li chiamano vins de garage o garage wines.. mah!.. io non ho la dimestichezza per individuare per filo e per segno i tratti del lavoro svolto nella sua micro cantina, ma di assaggi negli ultimi tempi ne ho portati a casa diversi, e, s'intende, pur nello strettissimo contesto della sua micro vigna, questo vino parla di ciò che avviene proprio qua, da sempre, o almeno da parecchio..
Ed e' la stessa fragrante e proprio non scontata conferma anche in bocca, vivace, semplice, di corpo modesto ma fiero, perché l'alcol non so quant'e' ma c'è, con le vendemmie sempre più attaccate all'estate. Semplice e pulito eppure particolare perché parla proprio di queste colline e non di un altro terreno, e non di un'altra campagna. Bravo signor Angelo, non e' così scontato portare in tavola questo vinello, fatto sotto sotto-casa, senza pretese ma fedele a questi colli, il più gradito regalo ancorché tra i più modesti e sinceri che ho ricevuto, lo intendo come autentico auspicio per la continuità dei saper fare delle nostre campagne, perché ce lo si possa ricordare ogni giorno dell'anno, proprio come i nostri nonni sapevano e ne portavano sulla tavola quotidiana.
Rosso dei colli piacentini - da uve Croatina e Barbera inserito da eliananegroni

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