Ieri c’e’ stata la presentazione, andata bene direi. Oggi ho l’ultima cena di lavoro, la terza di fila. Domani esco con gli amici, e domenica sera torno in Australia, per la gioia del mio fegato che non ne puo’ piu’ di birra e sake. E’ stata dura. Uscire a bere ogni sera, dico.
Devo ammettere, cari lettori, che la Metropoli alla fine si e’ accorta di me. Ci sono voluti direi due giorni, piu’ o meno. Sono contento perche’ gli automatismi sono ritornati, tipo ho ripreso a camminare nel flusso della gente senza sentirmi un corpo estraneo, e la gente ha ripreso a ignorarmi come fossi un abitante qualsiasi. Immaginate di essere un virus in un’arteria umana e scoprire che i globuli bianchi non vi cagano: non vi farebbe sentire come accettati dal corpo che vi ospita, e quindi autorizzati a moltiplicarvi all’impazzata in piena liberta’? Ecco, questo e’ come mi sento io quando cammino per le strade di Shibuya… (dove la moltiplicazione richiede la giappina, non serve neanche dirlo).
Ma seriamente. Ieri sera camminavo per Shibuya, e pensavo che appartengo a quel posto. Non importa se me ne sono andato. E’ come per Venezia o Treviso: sono andato via, certo, ma appartengo a quei luoghi, sono casa. Tokyo pure: e’ una bella sensazione.
Alla fine di questo viaggio credo di tornare in Australia con un altro spirito. Devo dire che a giugno ero partito un po’ rassegnato, con la lacrimuccia, pensando ad un addio. Ora riparto con un nuovo spirito, pensando che in fondo qui se voglio ci torno, in un modo o nell’altro, quando voglio. Come a casa mia in Italia: volessi, potrei fare la valigia e tornarci domani.
Crediateci o no: ma questa consapevolezza di avere la situazione in mano mi piace. Mi ha fatto ricordare che in fondo io l’Australia l’ho scelta per una serie di motivi che non sono certo venuti a mancare. Sono ancora li’, uno sull’altro. Uno fra i tanti, per dire, e’ il fatto che tra poco voi e i giappi starete a gelarvi le chiappe al gelo dell’inverno 2011/2012, mentre io saro’ in spiaggia a godermi l’estate. Finalmente.
Perche’ l’Australia, praticamente, e’ come vivere in vacanza. E dopo due anni di Tokyo una vacanzetta ci vuole no?