In Gennaio verranno pubblicati su Nature e Science i dati conclusivi relativi agli esperimenti, ma un grosso sconcerto circola nel mondo scientifico e non.
La creazione di questo “supervirus” può esser sfruttata da bioterroristi, qualora riuscissero ad ottenere i dettagli sperimentali. Il Governo Statunitense ha infatti chiesto, tramite il National Science Advisory Board for Biosecurity, di non divulgare i dati relativi agl’esperimenti in modo da non renderli ripetibili, lasciando spazio soltanto a conclusioni relative ad essi.
Adesso sta ai direttori delle riviste scientifiche se accettare o meno la richiesta della National Science Advisory Board for Biosecurity (in quanto non vincolante). Per adesso hanno fatto sapere che ”prenderanno in seria considerazione l’avvertimento a patto che si studi un modo per far arrivare le informazioni agli scienziati che ne dovessero aver bisogno”.
Sulla bilancia pesano da una parte la paura che questi dati finiscano in mani sbagliate, dall’altra la possibilità di ricavare strategie nuove per combattere i patogeni futuri.
Era necessario?
La nostra speranza è che da ciò si possa apprendere molto e velocemente su questi patogeni.