Il Vomero rimane senza libri (forse…)

Creato il 19 giugno 2014 da Makinsud

Prima Guida Merliani, poi Fnac, adesso Loffredo: a Napoli l’agonia della cultura continua e anche la storica libreria (150 anni di vita!) chiude i battenti, lasciando il quartiere Vomero senza nessun polo culturale. Ma, in realtà, una risposta a questa crisi esiste e arriva dagli stessi vomeresi. 

La nascita di Loffredo Editore risale a ben 150 anni fa, quando venne aperta la prima sede originaria di via San Biagio dei Librai, all’interno dello storico palazzo Carafa di Montorio, nel cuore del centro storico, proprio a pochi passi dalla statua del Nilo che divenne logo della stessa casa editrice (vedi foto sopra). Poi lo spostamento,nel 1981 a via Kerbaker, nel cuore del Vomero, ma dal 2009 la crisi ha colpito e il settore della cultura è quello che più di ogni altro sta pagando il calo dei consumi e l’indifferenza delle istituzioni. Così, tra il silenzio generale, anche Gianni Loffredo, proprietario della libreria, abbasserà le saracinesche:Questi sono giorni di lutto, che non avrei mai voluto vivere – racconta al Corriere del MezzogiornoPosso solo provare un profondo senso di sconfitta. Oggi non auguro veramente a nessuno di fare il libraio”. Il prossimo sarà l’ultimo weekend in cui si potrà passare per gli scaffali della storica libreria e comprare libri, scontati al 50%. Dopo l’acquisto, sugli scontrini c’è la scritta “fallimento 180/2014″ che fa tornare alla realtà: chiude l’ultimo polo culturale del quartiere che una volta era considerato come la culla del sapere della città, dove risiedeva la borghesia partenopea. Oggi non rimane più nulla di quei tempi, solo una chiusura dietro l’altra che preoccupa, anche se c’è chi evidenzia come siano cambiati i metodi di distribuzione dei libri, grazie alla diffusione degli e-book. Desertificazione culturale o no, è un dato di fatto che in pochi mesi si sono “arresi” alla crisi prima Guida Merliani (e subito dopo Guida Portalba),poi la Fnac, oggi riaperta ma con un reparto libri molto più ridotto rispetto agli anni passati. 

Giù quindi le saracinesche, come dimostra la foto qui di fianco, ma per la cultura vomerese sembra esserci uno spiraglio di luce. Uno spiraglio che hanno aperto gli stessi cittadini vomeresi, sempre più consci della crisi culturale del quartiere, che hanno aperto, per ora solo virtualmente, una libreria: si chiama “Io ci sto” ed aprirà nel cuore del Vomero. Circa 130 cittadini sono diventati azionisti di una società che è stata subito registrata davanti ad un notaio e che porterà all’apertura di questo nuovo polo culturale.L’idea l’ha avuta Ciro Sabatino, ex editore che, grazie a Facebook, ha radunato librai, architetti, intellettuali, ex dipendenti di librerie e li ha convinti ad aderire al progetto: “La forza di questa idea è che tutti si stanno impegnando al massimo per portarlo a termine – spiega al Corrmezz –  ci siamo divisi in sottogruppi, così ognuno lavora su un fronte diverso. In una sola settimana siamo stati pronti a registrare la società. Ora, però, servono altre adesioni per rendere più forte il progetto”. Lo stesso Sabatino ha festeggiato, sul proprio profilo Facebook, l’avvio di “Io ci sto”: “Grazie a tutti quelli che stanno rendendo concreto il sogno di creare la prima libreria d’Italia ad azionariato popolare. E’ la più bella risposta che si poteva dare ad una città che sta perdendo tutte le sue librerie ma che non vuole vivere solo di telefonini, di discoteche e di patatine fritte”.


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