Che angoscia! Dopo tutto, non ne so nulla e non posso farci nulla. Per fortuna ogni quattro anni divento di colpo onniscente e onnipotente: voto. In generale ho soltanto la scelta fra due beni, o due mali. Ma posso scegliere quello minore; decido fra il rosso e il bianco, se Tizio o Caio farà la bomba atomica, se è lui o l'altro che verrà ad insegnarmi la grammatica strutturale... Alla fine, io conto — almeno per uno; non sono più un individuo, sono il Popolo... Voto perché ci credo; è un atto essenziale, decisivo. Ed io voto pure — sono un intellettuale critico — perché non ci credo e tutto ciò non ha alcuna importanza. Adesso è fatta. Chi vincerà? Quelli a favore o quelli contro, i Blu o i Verdi? La suspence è al culmine. È finita; ho votato, ho fatto l'amore con la Francia, ho fatto pipì nell'urna e mi sento meglio. Ho compiuto il mio dovere e posso pensare ad altro; a guadagnare denaro o alle vacanze. Ho votato, uff, per un po' sono a posto, ho delegato i miei poteri.
Più la società evolve, più l'individuo vota; e più si vota, più questo gesto perde valore. Allora perché il voto? — Per il voto. È un rito esorcista che rifà d'un mondo — d'una società, d'uno Stato — l'opera della libertà degli individui. Ma di colpo questa diventa la cosa della società, dello Stato. Mi integro; non mi sono accontentato di subirla, l'ho scelta. La festa elettorale è un rito di partecipazione come la messa: per questo chi rifiuta questa società corazzata in Stato ha il dovere civico di astenersi. Altrimenti da suo schiavo, divento suo complice...
Il voto è un rito fondatore. Il giorno in cui la società non ci crederà più, sarà cambiata. Già la nostra, con i suoi sondaggi d'opinione, contabilizza più le correnti collettive che le libertà. Domani non si voterà più. Ma non sarà più a seguito di un voto."
P.S.Negli anni '30 del Novecento Bernard Charbonneau natura. Originale e importante perché vi si collega il tema dello sfruttamento della natura con quello della libertà. Più cresce il potere di artificializzare il mondo, più stretto deve essere l'ordine che lo regola, maggiori i controlli, minore la libertà, più debole la democrazia. E poiché interesse dell'artificio, cioè della scienza, non è quello di mettere confini allo sviluppo tecnologico e industriale bensì piuttosto quello di espandersi, così la ricerca di questi limiti deve essere la preoccupazione e la responsabilità di ognuno...........
da approfondire....