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Ho seguito con dovuto sgomento,ma senza sorpresa, l'intervista sul tg3 ad una signora belga. Una insegnante socialmente impegnata e dichiaratamente cattolica. Succede però che in una famiglia normale, "borghese" e "per bene" il figlio amato, educato al cattolicesimo e a valori civili, si converta all'Islam e poi aderisca all'Isis fuggendo in Siria. Non è il primo caso. Molti casi analoghi in Occidente. Questo è solo più nitido e reso evidente e drammatico dall' intervista. Considerazioni. La famiglia - lo sapevamo - è sempre meno l'agenzia educativa decisiva. Contano di più i pari (gli amici) e la rete. E contano sogni e narrazioni, in un mondo i cui le grandi narrazioni sembrano scomparse insieme al muro. Oltre a materiali condizioni di vita. Quindi certamente le periferie, a partire da quelle francesi, sono un mix esplosivo di ghettizzazione e ideologia religiosa,con l'Islam unica disponibile oggi ad una possibile interpretazione radicale. Non necessaria ma possibile, dico. Come lo fu una volta il cristianesimo. Una ideologia chiara e aggressiva, con buoni e cattivi nettamente divisi . Come altre religioni non sanno. L'Islam come occasione quindi. Non come madre solitaria del radicalismo omicida e suicida. Perché il padre è il Grande Vuoto. Che troverebbe altra madre da fecondare se l'Islam tutto si sottraesse alla fecondazione. Anzi, talvolta il Grande Vuoto si concede scappatelle, magari con le bandiere del tifo, ottimo pretesto per picchiare il prossimo o - così si usava qualche anno fa - con l'impresa di tirar sassi dal cavalcavia e vedere se si riesce ad ammazzare qualcuno. Scappatelle da cui nascono mostri "minori". Perciò l'intervista di stasera mi sgomenta senza sorprendermi. Se non facciamo guerra al Grande Vuoto, il mondo è in pericolo. Dovremo prepararci allora a molte conversioni occidentali, anche borghesi e dall'epidermide chiara. Con l'Islam pretesto religioso per buttar via la propria vita altrimenti inutile, insieme alla vita degli altri. A meno di un ravvedimento che significhi proporre alle nuove generazioni nuove grandi avventure positive.