In una società che sempre più spinge verso l’apparire a scapito dell’essere, dilaga il Narcisismo come disturbo della personalità.
di Renzo Zambello
Gent.mo Dottore,
sono una mamma di un 17enne. Mio figlio è un bravo ragazzo, a scuola va bene e spero che nella vita riesca a fare veramente quello che desidera. Noi come genitori faremo tutti gli sforzi che potremo per aiutarlo. C’è però un problema, mio figlio mi sembra un ragazzo infelice. Lo vedo spesso da solo, non riesce ad avere rapporti stabili né con i suoi compagni e tanto meno con le ragazzine. Mi sembra che si “infiammi” facilmente, per alcuni giorni il ragazzo sembra il più innamorato del mondo e dopo un po’ lo rivedo triste e deluso. Anche le sue prospettive per l’università sono troppo altalenanti, un giorno vuol fare l’Ingegnere, il giorno dopo il giornalista, il giorno dopo qualcosa di diverso. Con noi si arrabbia spesso ed è eccessivamente scontroso. Il padre ogni tanto non lo sopporta. Alcuni mesi fa avevo chiesto aiuto allo psicologo della scuola. Ho convinto mio figlio ad andarci. Mi sembra che gli abbia fatto dei test e poi ci ha chiamato tutti. Siamo andati sia io che suo padre che lui e lo psicologo ha detto che dai test e dai colloqui è emerso che mio figlio soffre di narcisismo patologico. Per la verità io non ho capito bene e non mi sembra neanche troppo vero, mi figlio non è uno “sbruffone”, anzi lo trovo un po’ insicuro per la sua età. Io l’ho detto allo psicologo ma lui ha risposto che non centrava niente che fosse si o non fosse sbruffone ma che era un disturbo di personalità e che aveva bisogno di aiuto da uno psicoterapeuta. Non le nascondo che ci siamo un po’ offesi ma, ora a distanza di alcuni mesi mi rendo conto che mio figlio non sta tanto bene. Dottore mi aiuta a capire che dobbiamo fare? Grazie
Gent.le Signora,
il Narcisismo come disturbo della personalità nulla ha che vedere con l’aggettivo narcisista così come noi comunemente lo usiamo. In questo caso intendiamo una persona vanitosa, presuntuosa fino a quasi a rendersi ridicola. Nel caso del disturbo di personalità ci troviamo difronte ad una sofferenza seria che va compresa nelle sue dinamiche e possibilmente curata
Per capire questo disturbo ci dobbiamo rifare al mito di Narciso. Esistono diverse versioni, la più nota è la versione di Ovidio, contenuta nelle Metamorfosi. Narciso figlio di una ninfa e del dio fluviale Cefiso famoso per la sua bellezza, cresce incredibilmente crudele e incapace di provare amore. A seguito di una punizione divina si innamora della sua stessa immagine riflessa in uno specchio d’acqua. Resosi conto dell’impossibilità del suo amore si lascerà infine morire incapace di dare una risposta ad Eco la ninfa dei monti che si era innamorata di lui.
Ciò che si legge nel mito è la tragedia che affligge queste persone che spasmano nell’attesa di trovare amore che invece contrasta con la loro impossibilità ad amare.
Innamorati dell’amore sono condannati a rimanere soli.
Le persone con disturbo narcisistico si accostano agli altri non cogliendoli per quello che sono ma come “proiezioni” si sé. Gli altri vengono investiti del proprio sé, della propria immagine, amati, molto spesso idealizzati non per quello che sono ma come “immagine di sé”. Pensate a Narciso sullo specchio d’acqua, vede solo se stesso, ama se stesso.
Ben preso l’altro, ma anche le cose, i progetti, presentando la loro dimensione reale che non è, non può essere quella idealizzata e proiettata, il narcisista si sente così tradito ed abbandona ogni persona, oggetto o progetto senza il minimo senso di disagio per l’alto. Gli altri sono oggetti da usare o abbandonare incuranti dei loro sentimenti.
Spesso il narcisista investe in progetti grandiosi e se è vero che avverte gli altri, nella fase proiettiva, come “dei”, persone perfette, lui stesso è assorbito da fantasie di successo e potere. Crede di essere uno speciale ed unico. Ma tutto questo però lo rende fortemente instabile ed ha bisogno di controllare gli altri che avverte come pericolosi perché lo possono deludere. Vive in un mondo “fantasticato” che però sa di essere falso ed avverte che in ogni momento potrebbe crollare.
Lui che si sente l’Unto” nutre in verità forti sentimenti di invidia per gli altri. Il paradosso di tutto questo è che sotto questi pensieri di perfezione, megalomanici c’è una sensazione di sé molto fragile, un vuoto interno che non si colma mai ma che anzi, ogni giorno diventa sempre più profondo.
Il Narcisista sente di esistere solo nella sua immagine e vive in uno stato di povertà emotiva e vitale che avverte come mortifera. La terapia deve necessariamente psicodinamica. Non sono terapie brevi e a volte molto dolorose ma che permettono al paziente di rinascere e vivere finalmente libero
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