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Il web avanza, ma agli inglesi piacciono ancora le guide di viaggio

Creato il 05 novembre 2013 da Maryandthebooks @MaryTraf

PER MARIANGELA TRAFICANTE guide di viaggio

Le guide di viaggio sono sempre importanti anche adesso che siamo circondati da App, portali e blog? Quello che penso personalmente è che, sì, sono ancora preziose, anche se se ne dibatte spesso e ce lo siamo chiesto anche qui.

Ma l’argomento pare sia caldo ovunque, se anche in Gran Bretagna si sono presi la briga di pensarci, e lo hanno fatto per una platea importante: quella del World Travel Market (Wtm). Sapete di cosa si tratta? È, insieme aItb di Berlino è la fiera-evento più importante d’Europa per chi si occupa di turismo. Ed è in corso proprio in questi giorni a Londra, e come sempre il suo team sforna report succosi su dove sta andando il turismo nel mondo. Se vi incuriosisce potete dare un’occhiata a questo Global Report che vi inanella i “trend” del futuro, uno per Continente (o area geografica), ne scoprirete delle belle (e originali).
Qui invece vi parlo delle guide, perchè al Wtm hanno voluto sondare l’affezione dei britannici per questo strumento che tanti considerano desueto. Scoprendo invece che, in quella che con ogni probabilità può essere considerata la casa madre dei viaggi organizzati, sfogliare una guida, di carta e inchiostro, ha ancora il suo fascino. Certo, i numeri sono aridi e le statistiche non piacciono a tutti, ma sono qualcosa da cui partire per riflettere. Eccoli: per la loro vacanza estiva, quest’anno, il 59% dei viaggiatori inglesi interpellati (in totale 1001) ha scelto di leggere una guida di viaggio tradizionale, e quasi tutti acquistandola (il 41%), anche se il caro vecchio prestito tra amicirimane ancora in auge (il 18% ha fatto così, evidentemente non fa parte degli appassionati che scrivono, annotano, piegano e fanno dunque “propria” la guida!).
C’è poi lo zoccolo duro del 14% per i quali addirittura la guida di viaggio è la risorsa chiave, ma nulla sembra poter fare, tuttavia, contro il 27% di TripAdvisor & co che domina l’immaginario collettivo (e che però, bisogna dirlo, poco ha a che fare con lo spirito di una guida di viaggio alla maniera di Lonely Planet & Co), in ogni caso così facendo lascia molto indietro, ahimè, le riviste specializzate e gli articoli di giornale, preferiti solo dal 5%.

Brutte notizie purtroppo – e un po’ a sorpresa per me devo dire, dato il boom di cui sta godendo la categoria – anche per i blog, prima fonte di info solo per il 3% di chi ha partecipato alla ricerca del Wtm (amici travel blogger che ne pensate?)
In ogni caso, “questa inchiesta dimostra che la presunta morte delle guide di viaggio è una notizia decisamente esagerata”, dice Simon Press della Reed Travel Exhibitons cui fa capo il Wtm, e, beh, non possiamo che esserne contenti vero?


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