Il digital divide infuria? La banda larga ci manca? Sul ponte sventola bandiera bianca? In Italia solo Fastweb porta la fibra ottica in casa, in alcuni quartieri di una quindicina di città. Nel resto del paese c’è l’Adsl, che – sappiamo bene – non arriva dappertutto e le cui prestazioni si discostano molto da quelle promesse. Poi ci sono le chiavette dei gestori di cellulari, il cosiddetto Internet Mobile, con la rete che rischia il collasso. Per la banda larga via satellite non ci resta che attendere. E allora? Pochi ricordano che in Italia c’è anche il WiMax, oggi Cenerentola, domani forse principessa della battaglia contro l’esclusione digitale.
Uno degli operatori italiani più attivi è Linkem, che sta lavorando alla diffusione di “un pc portatile capace di collegarsi senza fili a internet tramite la rete Wimax, che consente di ‘spargere’ per chilometri via radio la connessione a banda larga da rete fissa, come avviene oggi con il wi-fi”. Il primo pc portatile con scheda Wimax incorporata in Europa dovrebbe essere lanciato sul mercato italiano fra la fine del 2010 e l’inizio del 2011, grazie a un accordo siglato nei mesi scorsi con la Intel.
Per il WiMax non è necessario avere in casa una linea telefonica tradizionale. I ripetitori WiMax di Linkem sono presenti a macchia di leopardo in tutte le regioni italiani, escluse Emilia-Romagna, Marche, Valle d’Aosta e Friuli Venezia Giulia.
Linkem ha poi attivato reti HotZone in numerosi centri di Lombardia, Trentino Alto Adige, Abruzzo e Umbria che subiscono il digital divide, in grado di coprire con il segnale radio distanze di diversi chilometri.
Dove non arriva il WiMax, ci sono i seicento e passa hotspot Wi-Fi di Linkem, nei principali aeroporti italiani, alberghi, centri congressi, aree di servizio autostradali, porti turistici e luoghi pubblici (internet caffè, librerie, esercizi commerciali, eccetera).
Davide Rota, amministratore delegato di Linkem, forte di un finanziamento di 24 milioni di euro ottenuto da una corda di banche capeggiata da Unicredit, dice che “Il business sta perfettamente in piedi. La gestione di un’antenna raggiunge il break even con 60 clienti e ripaga i costi con 120″.
Linkem punta anche sulle aree urbanizzate e metropolitane già coperte da connettività 3G. Le prestazioni offerte da una connessione WiMax sono paragonabili a un collegamento adsl e surclassano decisamente le attuali soluzioni di internet mobile.
Oggi l’azienda raggiunge 500 comuni, che saranno 700 entro fine anno, pari a tre milioni di abitanti, con 530 antenne installate. Ci sono già 30mila utenti, che nel 2011 dovrebbero più che raddoppiare, si dice certo l’amministratore delegato Davide Rota.
Il WiMax, insomma, si sta ritagliando un’interessante fetta di mercato, mentre si continua a lavorare per il suo sviluppo. Sta crescendo la velocità raggiungibile (fino a 330 Mbps nel 2011), si avvicina la convergenza con il Long Term Evolution e si stanno moltiplicando le applicazioni.
Scrive il Sole 24 Ore che “l’’avanguardia è il Giappone, come si è visto alla recente fiera Ceatec 2010, di Tokio. Tra gli stand, c’era una sperimentazione dello standard 2.0 del WiMax, da parte di Samsung e dell’operatore giapponese UQ Communications: promette 330 Mbps. Samsung assicura che agli operatori basterà cambiare le schede o forse solo il software delle stazioni radio base, per passare alla 2.0. E che gli attuali apparati WiMax degli utenti resteranno supportati”.