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Ilaria Capua e i …virus che non aspettano

Creato il 17 gennaio 2013 da Tipitosti @cinziaficco1

Una donna coraggiosa, controcorrente, che vi invito a scoprire, è Ilaria Capua.

Potete farlo attraverso la sua autobiografia, pubblicata l’anno scorso da Marsilio, intitolata I virus non aspettano – Avventure, disavventure e riflessioni di una ricercatrice globetrotter.  

Centottanta pagine in cui la Capua, nata a Roma nel ‘66, laureata in Medicina Veterinaria all’Università di Perugia, specializzata presso quella di Pisa, racconta come nel mondo della ricerca internazionale sia diventata un’eroina. Non voglio narrarvi i particolari. Vi dico solo che, dopo aver conseguito un dottorato di ricerca all’Università di Padova, oggi dirige il Dipartimento di Scienze Biomediche comparate dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie e che nel 2011 la Facoltà di Medicina veterinaria dell’University of Pennsylvania le ha conferito il Penn Vet World Leadership Award, un premio di 100 mila dollari, donato dalla Hill Family Foundation “allo scopo di insignire realizzazioni in medicina veterinaria, al fine di riconoscerne l’immensa importanza per la società”.

Ilaria Capua e i …virus che non aspettano
E’ il riconoscimento più importante nel campo della medicina veterinaria e viene conferito esclusivamente a chi “abbia cambiato radicalmente la pratica e l’immagine della professione e influenzato in maniera sostanziale la vita e la carriera di altri, ovunque nel mondo”. Lei lo ha fatto. Come? Ha dato un apporto fondamentale allo studio dei virus influenzali e nel 2000 ha sviluppato Diva, la prima strategia di vaccinazione contro l’influenza aviaria, raccomandata oggi da organizzazioni internazionali come OIE FAO e UE.

Ma la sua fama internazionale deriva soprattutto dalla battaglia che ha portato avanti  nel 2006 – quando ha deciso di sfidare il sistema, depositando  la sequenza genetica del primo ceppo africano di influenza H5N1 in un data base open access anziché in uno ad accesso limitato – a favore della trasparenza dei dati genetici dei virus influenzali per una ricerca più efficiente.

E non è tutto. In dieci anni ha trasformato un gruppo di soli sette ricercatori in un’equipe di settantacinque professionisti, che svolge ricerca nell’ambito di progetti europei e finanziati da altri organismi internazionali.

E’ sposata e ha una figlia. Leggendo questo libro, avrete la possibilità di conoscere una donna straordinaria, determinata, che non si prende tanto sul serio, capace di grande umanità. Una donna che il mondo ci invidia e che crede molto in quello che fa. Anche se, con qualche rinuncia.

  Cinzia Ficco


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