Altrettanto mi succede con la parola scritta, mentre, lo confesso, io sento tutta la mia debolezza nel concretizzare i pensieri in parole. Dunque, canto e scrivo e leggo, anzi rileggo. Così, in questa magica notte di maggio , sono il Gregory House ("Solo un idiota si mette tra Achab e la sua balena") e l'Arthur Rimbaud del "Aussitôt que l'idée du Déluge se fut rassise, Un lièvre s'arrêta dans les sainfoins et les clochettes mouvantes et dit sa prière à l'arc-en-ciel à travers la toile de l'araignée."
Stanotte, nell'attesa che gli occhi si chiudono sulle pagine aperte; stanotte i pensieri - vendicativi come pietre nella lapidazione evangelica, ma anche sciolti e liberati come l'armonia del preludio del Lohengrin - stanotte il torto si è messo d'accordo con la ragione, stanotte....
... Eccomi, di nuovo. Sono le 5.45.Al risveglio poco è rimasto; un Gioacchino Rossini, vestito da Lindoro, insidiante - complici fumiganti tournedos - le virtù della bella e vispa Rosina. Che d'altro? Si, quel grappolo d'uva che Greta Garbo - sdraiata, muta, in bianco e nero - tiene alto sulla bocca aperta.
Dove sei amore mio? Dovrei ingannare me stesso, passare oltre, tentando di dimenticare il nodo gordiano che abbiamo dentro di noi. Il tempo vola. Il tocco è passato, è quasi l'ora, basta. Via, presto.I pensieri scappano da dentro: il rischio assuefazione - senza rimedio, un ronzare odioso - fa parte del gioco. In sintesi, quanto fa 365 per 5? E' la vita, bellezza!(cp)
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