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Illusioni giornalistiche

Creato il 28 gennaio 2012 da Rory

Illusioni giornalistiche

Il mio inquietato sguardo, con occhiaiazza annessa.

Amati lettori,

anche se forse sarò impopolare con questo post, vorrei esprimere cordoglio e amarezza per la vituperata professione del giornalista. Dapprima fu resa “impiegatizia” da quanti erano giornalisti solo dalle 10 alle 18, in orario di lavoro, poi tornavano nel loro letargo emotivo. Poi ancora fu resa ridicola e triste da quelli come Bruno Vespa, che coi loro programmi intendevano cibarsi delle disgrazie altrui. Infine fu resa simile al lavoro della capera, quando Minzolini prese le redini del TG1 e lo rilanciò come rotocalco dell’inciucio da bar di periferia.

Oggi mi è capitato di vedere alcuni video di una ragazza della mia città che desidera diventare giornalista, che non ha però il tesserino professionale ma si definisce già tale e, cosa ben più triste e infamante, parla e scrive in un italiano davvero stentato, pur dichiarando di avere una laurea (e qui ci vorrebbe il prof Mazzucchi a dire “tanto la laurea la prendono tutti, al giorno d’oggi!”).

Adesso lo sapete, io non mi metto in cattedra perché non mi interessa, né mi sparo pose da grande intellettuale/giornalista perché non lo sono affatto, però penso che questa professione andrebbe ridefinita e non parlo dell’abolizione dei pubblicisti o della Carta di Firenze, parlo di poche, semplici regole che ogni persona che intende fare il giornalista, dunque il comunicatore, dovrebbe sapere:

- Viviamo in Italia, parliamo italiano. NO italiano regionale, italiano standard. So bene che cancellare le inflessioni dialettali è grave ma  esprimersi correttamente e senza cadenze sguaiate è uno sforzo fattibile.

- Si è giornalisti se si ha conseguito l’esame di idoneità professionale. Se si ha il tesserino di pubblicista, si è pubblicista. Se non si ha nulla, non si è giornalista. Niente vieta di scrivere su un blog, su un quotidiano, su una rivista, di lavorare a TelePianura o al Tg2 ma se non si ha quello stramaledetto tesserino non si è giornalisti, quindi è meglio non fregiarsi di titoli (?) che non si hanno, anche perché ci si rende solo ridicoli.

- Quello del giornalista non è un lavoro alla moda, figo o quant’altro. Non serve solo a farvi avere qualche accredito per il concerto di Gigione o per la sfilata di Monella Vagabonda. E’ un lavoro molto duro, per il quale serve molto impegno. Se tu che leggi vuoi diventare giornalista, pensaci bene prima di imbarcarti in un’impresa simile, perché non sarà facile.

Mi rendo conto che c’è gente che si improvvisa in OGNI categoria professionale-mestiere ma la cosa, v’assicuro, mi avvilisce sempre più.


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