Ilva, dopo gli arresti la chiusura dell'azienda: presidio dei lavoratori. Il Governo convoca le parti

Creato il 27 novembre 2012 da Paopasc @questdecisione
Dopo i recenti arresti a Taranto in merito alla vicenda Ilva e il provvedimento di sequestro del Gip, l'azienda decide di chiudere lo stabilimento, anche la parte non sottoposta a sequestro, e interrompere tutta la lavorazione. Ora che anche la parte di stabilimento sotto controllo dell'Ilva viene sequestrato, dopo i sei reparti bloccati in luglio, ogni lavorazione è impossibile e gli ultimi 5.000 operai sono messi in ferie, così afferma l'azienda. Parte immediatamente un presidio all'interno dell'azienda e Monti convoca le parti sociali a Palazzo Chigi. Nella nota stampa emessa dall'Ilva, oltre la comunicazione delle conseguenze dell'ultimo sequestro e la giustificazione alla chiusura, si ribadisce la propria tesi che l'aumento di mortalità in tutta l'area di Taranto, come riportano i recenti dati epidemiologici, non sono imputabili all'azienda, che avrebbe sempre rispettato "la piena conformità delle emissioni dello stabilimento di Taranto ai limiti e alle prescrizioni di legge,  ai regolamenti e alle autorizzazioni ministeriali, nonché l’assenza di un pericolo per la salute pubblica", come dimostrerebbero perizie scientifiche realizzate da studiosi di fama internazionale. La tesi dell'azienda è, obiettivamente, difficile da sostenere ma, in questa vicenda, si scontrano due incomprimibili esigenze: ripristinare un ambiente di vita salubre e mantenere l'attività lavorativa.
Per questo motivo i lavoratori hanno immediatamente costituito un presidio all'interno della fabbrica e il Governo, avvertita l'urgenza di rimediare a conseguenze irreversibili, ha convocato per giovedì prossimo le parti sociali per discutere dell'argomento. In una nota si chiarisce che saranno presenti  il Presidente del Consiglio e i Ministri dello Sviluppo Economico, dell’Ambiente, del Lavoro e della Salute; il Presidente dell’ILVA, il Sottosegretario allo Sviluppo economico e l’Avvocato generale dello Stato e, per le parti sociali, i  segretari  generali di CGIL, CISL, UIL e UGL;  il Presidente della Regione Puglia, il Presidente della Provincia di Taranto, il Sindaco di Taranto, il Senatore Nicola Latorre e gli Onorevoli Raffaele Fitto e Salvatore Ruggeri. Anche il Presidente della regione Vendola rimarca, in una nota diffusa oggi, il dramma della chiusura "La notizia del blocco delle attività dell’Ilva proietta sull’intera comunità nazionale l’ombra di un immenso dramma sociale con pesanti ricadute sull’intero sistema industriale nazionale" ma, nello stesso tempo, punta il dito contro azienda e istituzioni: " Negli otto anni della mia amministrazione ci siamo sforzati di rompere un clima di omertà istituzionale, risalente agli inizi degli anni 60 e che ha attraversato le generazioni di tutte le istituzioni, per andare a vedere, assumendoci una gravosa responsabilità, gli effetti di un devastante inquinamento industriale." Intanto, il dramma dell'ambivalenza di sentimenti  coglie in questo momento la popolazione di Taranto, stretta fra l'esigenza di lavorare e il diritto ad un ambiente sano in cui vivere.


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