Ilva e decreto:un amore scritto senza rispetto.

Creato il 30 novembre 2012 da Lucaralla @LAPOZZANGHERA

Un altro figlio della nostra Taranto non sorridera’ piu’.Li in fondo al mare,Francesco,ha fatto l’ultimo saluto al suo mare,quello che ogni mattina vedeva nella cabina della sua gru.

Ha salutato Taranto nel modo peggiore,lasciando la sua famiglia e la sua ragazza.Colpito dal tornado,non ha avuto scampo,morendo in fondo al mare.

Oggi e’ stato recuperato e avra’ la sua degna sepoltura,facendoci ancora una volta riflettere se sia conveniente o meno avere l’Ilva da noi.

Passando alla cronaca politica,a Roma si vara il decretone salva Ilva e questa manna data a Riva e’ stata ieri sera spiegata da Santoro in diretta dal ministro Clini.

Riepilogando il tutto,si passera’ a una fase di bonifica a settori,continuando la produzione.E gia’ qui sta il cavillo,quel muro che la magistratura locale aveva alzato con il gip Todisco.

Allora la crisi era vicinissima,poiche’ la legge in riva allo Jonio,si faceva dura per il padrone della fabbrica,annullando senza remore la produzione dello stabilimento.

Ma lui,Riva,grazie alla bocca di Ferrante,neo direttore in pectore,ci disse a noi tutti che cio’ non era possibile poiche’ sarebbe stata perdita economica…un tumore in piu’ che vuoi che sia….ha detto qualcun’altro.

E allora,la casta,si e’ mossa.Si decreta e si agisce in favore di Riva,dicendogli pero’ che si deve fare bonifica e subito altrimenti si rischia di andar via e cedere l’azienda a terzi.

Clini ieri intanto applaudiva la ragazza che raccontava da Santoro il dramma del padre morto e quello del suo rione,il rione Tamburi,a ridosso del colosso.

Ma a me,quell’applauso di Clini,non mi e’ piaciuto.

La casta applaude,intanto si continuera’ a inquinare e le patologie ci saranno ancora.

Nulla e’ cambiato all’ombra dei camini.Anzi si:un morto in piu’,Francesco,e la sconfitta della magistratura locale,ammutolita dal potere romano.



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