Ilva: quando si saprà tutta la verità?

Creato il 24 ottobre 2012 da Ediltecnicoit @EdiltecnicoIT

La nuova Autorizzazione integrata ambientale (Aia) verrà notificata all’Ilva di Taranto e diventerà operativa dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Da quel momento per l’Ilva iniziano le operazioni scandite dal cronoprogramma, per risanare (o tentare) la situazione compromessa negli anni.
Gli step più importanti sono i seguenti:

  • - dopo la pubblicazione del decreto sulla Gazzetta ufficiale seguirà la notifica all’azienda delle prescrizioni rilasciate dal Ministero dell’Ambiente;
  • - fasi di interventi previsti dall’Aia:
    • fissare immediatamente il limite alla produzione dello stabilimento a 8 milioni di tonnellate di acciaio l’anno;
    • entro due mesi presentare il progetto di copertura dei parchi minerali (i primi interventi dovranno iniziare entro il 31 dicembre 2012);
    • attuare i sistemi di monitoraggio per tutti i principali punti di emissione e valutazione delle emissioni diffuse;
    • fermata e rifacimento dell’altoforno Afo1, dismissione dell’altoforno Afo3, adeguamento degli altoforni Afo2 e Afo4;
    • divieto di utilizzo di pet-coke e catrame di cokeria;
    • riduzione del limite per le diossine del camino E312;
    • copertura dell’area rottami ferrosi (da concludersi entro il 2013);
    • riduzione della giacenza media del 30%;
    • copertura cumuli polverosi;
    • arretramento dei parchi di circa 80 metri;
  • -  fermata e rifacimento dell’altoforno Afo5 fissata entro il 30 giugno 2014;
  • - monitoraggio del rispetto delle prescrizioni da parte di un nucleo di ispettori dell’Ilva;
  • -apertura di un Centro di osservazione della salute della popolazione a Taranto;
  • - pubblicazione dei nuovi risultati delle analisi sulla salute condotte dall’Istituto Superiore della Sanità, aggiornati al 2008;
  • - definizione con il Ministero della Salute, l’Istituto Superiore di Sanità e Oms di un Piano per la salute;
  • - attuazione delle misure previste dal decreto legge sul risanamento ambientale di Taranto, che prevede 336 milioni di euro di risorse e la nomina di un commissario per velocizzare gli interventi.

È incredibile come nel corso degli anni non siano stati eseguiti controlli, prescrizioni, verifiche tali da poter scongiurare quanto emerso dall’aggiornamento dello Studio Sentieri condotto dall’Istituto Superiore di Sanità. Il che dimostra che nel corso degli anni si è preferito garantire il perseguimento degli obiettivi produttivi senza pensare alla salute umana.

Ora però sorge un inquietante dubbio: anche i cibi possono essere contaminati. A lanciare l’allarme lo stesso Ministro dell’Ambiente, Clini, che nutre il sospetto che l’aumento della mortalità a Taranto sia connessa all’inquinamento della catena alimentare.

Tenendo presente che la zona contaminata esporta carni, frutta, ortaggi e soprattutto frutti di mare, ovviamente la zona potenzialmente contaminata non si riesce a circoscrivere. Attualmente sono state già distrutte tonnellate di cozze ed abbattuti oltre duemila capi contaminati da diossina e policlorobifenili (sostanze entrambe cancerogene), ma Antonio Conversano, responsabile del dipartimento prevenzione della Asl di Taranto, chiarisce che non esiste nessun rischio per i consumatori e assicura che non circolano cibi inquinati. Tuttavia l’attenzione è d’obbligo e quindi per le cozze tarantine occorre verificare sempre che abbiano passato il controllo della Asl.

I risultati del Rapporto “Ambiente e salute a Taranto: evidenze disponibili e indicazioni di sanità pubblica”, nel periodo 2006-2007, sono stati presentati in conferenza stampa all’Ospedale SS. Annunziata della città pugliese.
I dati si commentano da soli:

  • -  per gli uomini +50% di tumore maligno del polmone; +100% di mesotelioma e di tumori maligni del rene; +30% di tumore alla vescica; +40% di tumore maligno del fegato;
  • - per le donne +24% di tumori al seno; +48% del polmone; +75% del fegato.

Analizzando invece la mortalità a Taranto, le donne hanno registrato un eccesso dell’8% della mortalità per tutte le cause, del 13% per tutti i tumori e del 211% per il mesotelioma pleurico; gli uomini hanno registrato il 14% di mortalità in più per tutti i tumori, malattie circolatorie e per tutte le cause, un 33% in più per i tumori polmonari e un 419% in più per il mesotelioma pleurico. A questo si deve aggiungere un altro dato molto triste: a Taranto la mortalità infantile nel primo anno di vita è superiore del 20% rispetto al resto della Puglia.

Gli esperti dell’Istituto superiore di Sanità non possono dare conferma dell’interrelazione esistente fra inquinamento, malattie e decessi, ma tutti gli elementi tendono ad evidenziare nella componente ambientale una delle cause principali. Entro un anno è previsto un riesame dell’Aia per monitorare se e come la situazione sta evolvendo.

Ma la presa di posizione dell’Ilva è quello che più sconcerta: in una nota ufficiale, l’Ilva dichiara che lo Studio Sentieri rappresenta un passato legato agli ultimi 30 anni e non certo il presente. Forse occorrerebbe presentare loro la lista di coloro che non possono dire di appartenere al presente perché morti troppo presto.

Fonti:
ANSA – 19/10/2012 – Ilva: Aia, le prossime scadenze – di Tommaso Tetro
La Stampa – 24/10/2012 – Ilva, per Clini anche i cibi contaminati – di Paolo Russo
Il Sole24ore – 22/10/2012 – Taranto, tumori in aumento esponenziale. Ilva sotto accusa. Clini: si impone un programma straordinario di prevenzione – di Domenico Palmiotti
Il Sole24ore – 22/10/2012 – L’Ilva non sia una fonte di rischio – di Domenico Palmiotti


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