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iMac sotto esame

Da Cobain86

iMac_Late 2008

iMac_Late 2008

È arrivato. A Natale, sotto il freddo e il gelo (ringraziando eBay Annunci), è arrivato un bellissimo iMac da 20 pollici, Intel Core 2 duo, 4 gb di ram (potenziati, di suo ne montava 2), hd da 320 gb a 7200 rpm, masterizzatore pioneer dual layer. Uno sguardo dentro a questo piccolo (si fa per dire) di casa Apple, pregi e difetti dell’all-in-one per eccellenza. Buona lettura!

Il pupo monta, nel pannello retrostante in plastica nera, due porte FireWire (400/800), 3 usb 2.0, 1 uscita DVI, jack audio e microfono.
La cosa incredibile (se così si può dire) è l’eleganza con cui il piede in alluminio sostiene lo schermo (pesantino, parliamo di 3 chili almeno) in maniera perfetta, permettendo il basculamento necessario per regolare l’inclinazione in base alla luce.

Come da tradizione il computer è tutto nello schermo: niente cassoni, niente scatole nascoste, quello che vedi è quello che serve.
Il monitor da 20″ ha una risoluzione da 1680×1050 (un full hd praticamente), con colori vividi e immagini pulite.
Alle due usb presenti vanno aggiunte due usb ad alta velocità presenti sulla tastiera (utili per chiavette, dischi fissi e cose varie), che permettono di non dover armeggiare in continuazione dietro all’iMac.

Il vero asso nella manica però è la presenza discreta: rispetto al precedente cassone con Windows Xp qui il rumore delle ventole non si sente, permettendo di lavorare in armonia senza un continuo soffione che renderebbe indisponente anche Babbo Natale. L’unico rumore che si avverte è durante la masterizzazione di cd/dvd, per il resto il distrubo sonoro è prossimo alla zero. Grande.

I 2 GB forniti dalla casa sono ottimi per navigare su Internet o per visionare un film, ma in casi di utilizzo intensivo l’upgrade a 4 gb è quasi obbligatorio per dare un po’ di respiro al processore, un Intel Core 2 Duo che, nonostante l’età, ruggisce ancora (visto che di Snow Leopard si parla) e permette al computer di girare senza troppi intoppi.

Se vogliamo notare le pecche avremmo sicuramente gradito un piccolo forellino per forzare l’espulsione del disco, in caso non voglia collaborare. Altra cosa sospettosa è l’utilizzo delle ram da portatili su un fisso: con tutto lo spazio che c’è non se ne avverte il bisogno, ma considerando il ruolo di “desktop compatto” evidentemente ram più piccole consentono una migliore collocazione degli altri componenti.

La connettività bluetooth e Airport lo rendono il centro multimediale di casa, grazie anche alle FireWire che gli permettono di gestire le periferiche ad alta velocità e alle usb incorporate nella tastiera. Il resto lo fa il Mighy Mouse, un topolino bianco con una sferetta che gira a 360 gradi (a volte può non girare a dovere e risulta antipatica, ma di mouse in circolazione ne esistono a profusione per cui dopo diventa questione di gusti).

Senza volere proporre un confronto iniquo tra Pentium IV e Intel Core 2 duo, l’iMac è una spanna sopra agli altri desktop sul mercato: silenzioso, discreto, con componenti di prima scelta, poco ingombrante… reinventa il modo di lavorare con il computer, rendendolo un piacere anzichè una frustrazione. Benvenuto iMac

;)
 

Marco


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