“You are my best friend, but then you die”e vabbè, si inizia così. Morrissey in un angolino applaude discretamente, con tipico aplomb inglese.
Il già noto pezzo fischiettante che li ha lanciati, usato persino in una pubblicità della Peugeot, è un aggiornamento dei Beach Boys. Troppo summertime, deliziosa, ma chi si aspettava tutto un album su queste frequenze rimarrà sorpreso, perché i Drums nel resto del programma al cazzeggio preferiscono le emozioni.
“Book of stories”, che canzone! Poesia fottutamente pura. Il pezzo che gli Smiths avrebbero scritto se si fossero fusi in un tutt’uno con i Cure. Non riesco a sentirla senza che mi vengano i brividi. Al momento, alle mie orecchie suona come la canzone più bella del mondo e io sarò sempre grato ai Drums per avermi regalato una canzone del genere.
I thought my life would get easier
instead is getting harder
without you
Ma se pensate che il disco abbia cedimenti, vi sbagliate di grosso. La magia senza fine continua con “Skippin’ Town” e “Forever and Ever Amen”.
Adesso, questione di hype e di mode a parte, di NME che li mette in copertina, di MTV che li pusha alla grande, di frange dei capelli che sembrano tagliate alla cazzo di cane e invece oggi sono troppo cool, di un suono anni Ottanta che anche quello oggi è troppo cool, tutto questo a parte sarebbe un crimine troppo grande lasciarsi sfuggire un album del genere. Prendete e bevetene tutti, lo trovate QUI(voto 8,5)