La strada era in salita, ora siamo già nella palude.
Al netto della retorica da talk show sulle bellezze, le potenzialità e le ricchezze dell’Italia e degli italiani, il presidente del Consiglio non ha detto una parola chiara su quasi nulla: non sulle tasse, dove la promessa di abbassare il cuneo fiscale è accompagnata dall’intenzione dichiarata di non agire soltanto sui tagli alla spesa (e questo significa: nuove tasse per togliere vecchie tassa, as usual); non sulla giustizia, dove al di là dei Tar non si è udita una sola parola di merito; non sulla crescita o sull’Europa o sui diritti, a parte (su quest’ultimo punto) una dichiarata intenzione compromissoria; non sulla riforma elettorale, che non si capisce quando e come sarà approvata; non sui dirigenti pubblici, dove la clausola dei “diritti acquisiti” equivale all’indulgenza plenaria; e neppure sull’istruzione, perché Renzi ha dimenticato di dire che c’è un drammatico problema-insegnanti, spesso dequalificati e sottratti (proprio come i magistrati) a qualsiasi tipo di verifica e a qualsiasi selezione meritocratica.
I discorsi si scrivono, caro Renzi: e si scrivono con cura. Con belle frasi retoriche che fanno sognare (non soltanto i vecchietti della messa di Pontassieve), con linee-guide enunciate con chiarezza e rigore, con numeri e cifre che danno sostanza e senso. L’avventura è appena cominciata, d’accordo. Ma peggio di così non poteva cominciare. http://www.thefrontpage.it/2014/02/24/imbarazzante/#sthash.YcOF7Ve7.dpufhttp://feeds.feedburner.com/BlogFidentino-CronacheMarziane